L’ex giocatore della Juventus, compagno di squadra di Platini, parla di Dybala e del suo ruolo nella Juventus di Allegri.
DICHIARAZIONI – Massimo Mauro, ex centrocampista della Juventus tra il 1985 e il 1989, ha vinto due scudetti e una Coppa Intercontinentale con la maglia bianconera e proprio in quella finale giocata a Tokio era anche lui in campo con Michel Platini ed ha potuto vivere in prima persona l’irridente e storica esultanza “sdraiata” dell’ex fantasista francese. Intervistato da La Gazzetta dello Sport, il commentatore sportivo ha ricordato Platini e ha detto la sua Paulo Dybala e del ruolo che la ‘Joya‘ può ricoprire nella Juventus di Allegri. Queste le sue parole:
Su Platini:
“Michel è fra i primi dieci della storia del calcio. Era quello che prendeva in mano le situazioni difficili, sempre. Diceva di passargli la palla comunque, anche quando sembrava marcato. Era il leader che migliorava la squadra. Era fortissimo quando rientrava a metà campo e poi lo trovavi sempre al posto giusto per segnare”.
Su Dybala:
“Paragonare Dybala a Platini è impossibile. Diciamo che la posa da sdraiato è stata perfetta, è stato capace di imitarlo perfettamente. Non è sminuire Dybala, che è bravissimo, ma Platini ha dimostrato di essere il migliore in semifinale mondiale, in finale di Coppa Campioni. Ha vinto tre Palloni d’oro, più volte è stato capocannoniere. Platini se la gioca con Maradona, Zico, Cruijff. Fra i dieci della Juve per me è il top. Dybala non ricorda neanche Del Piero, perchè per me è una punta: giocherebbe alla grande con Platini. Forse ricorda più Baggio: costruisce i gol da solo, calcia benissimo le punizioni, può prendere palla indietro come il primo Roberto. E come fisico è simile”.
Sulruolo da protagonista che Dybala può e deve ricoprire in questa Juventus:
“Dybala fra qualche giorno compirà 28 anni: a quell’età Michel vinceva il primo dei tre Palloni d’Oro consecutivi. Paulo ha giocato in Juventus più forti di questa, ha vinto campionati ed è arrivato in finali di Champions, ma senza essere mai la vera prima stella della squadra. È il momento di diventarlo, perché tutti gli diamo credito: ha qualità tecniche superiori alla media, bisogna salire dei gradini. Per essere paragonato ai mostri sacri deve diventare il giocatore più importante nelle partite più importanti. Finora non ci è riuscito”.
Sulla Juventus di oggi e del futuro:
“Credo che un centrocampo con McKennie e Locatelli sia degno, ma non sufficiente per arrivare in fondo in Italia e Champions. Il futuro della Juve passa dal diventare una squadra a cui è difficile fare gol. Se non saranno un gruppo granitico sarà un anno faticoso”.