La vittoria sul Malmoe e il pareggio a sorpresa del Chelsea in Russia hanno consegnato alla Juventus il primato del gruppo H. I bianconeri vincono ma sul banco degli imputati finiscono gli interpreti del reparto d’attacco. La squadra fa fatica a trovare la porta e questo può pregiudicare ogni speranza di riacciuffare un quarto posto che ora dista 11 punti. Come porre rimedio al problema?
SOLUZIONE TATTICA – Il nuovo 1-0, l’ultimo maturato due giorni fa all’Allianz Stadium, riflette una condizione di difficoltà realizzativa che non è propria delle squadre di vertice (che peraltro hanno tutte segnato più reti dei bianconeri). La Juventus ha siglato finora 32 gol totali (22 in campionato e 10 in Champions League) con 11 giocatori diversi in rete. Il capocannoniere della squadra è Paulo Dybala che di sigilli ne ha totalizzati 8. Segue Morata con 5 reti. Terza piazza per un quartetto fermo a quota 3 marcature: hanno gonfiato la rete per tre volte Chiesa e Cuadrado, insieme a Kean e all’insolito Bonucci. A due gol i centrocampisti Locatelli e Mckennie. Chiudono la speciale classifica un altro interprete offensivo, Kulusevski, e due difensori, Alex Sandro e de Ligt. Manca qualcosa? A ben vedere, sì. Le medie realizzative sostanzialmente basse degli uomini d’attacco non centrano a pieno il cuore del problema. E’ vero se si pensa ai gol di Morata nel medesimo intervallo temporale, la differenza con la cifra della scorsa stagione è schiacciante. Nell’annata 20-21 la Juventus superava il girone di Champions League anche per merito delle 6 reti segnate dal centravanti spagnolo, il miglior realizzatore dei bianconeri in quell’edizione della coppa. A questi gol vanno aggiunti gli altri 3 messi a segno tra ottobre e novembre in campionato. Il bottino personale di Alvaro si assestava allora a 9 (contro le 3 realizzate nell’attuale stagione). Ma anche quando i freddi numeri vengono comparati a quelli della scorsa stagione, il solo confronto non spiega in maniera esauriente perché la voce “gol segnati” oggi si aggiorni molto di rado. La squadra di Allegri timbra poco il cartellino perché molto raramente riesce a portare i suoi calciatori nella posizione più propizia per battere a rete. Forse che la migliore posizione per tentare la conclusione non è l’area di rigore? Occupare gli ultimi 11 metri avversari quando si sviluppa la manovra d’attacco è condizione fondamentale per incrementare a dismisura l’incisività dell’azione proposta. I bianconeri gravitano molto poco nell’area di rigore avversaria. Dybala tocca più palloni nel cerchio di centrocampo che in area piccola. Morata predilige decentrarsi anziché cercare la profondità per vie centrali. L’unico che punta la porta è Moise Kean. Ma l’azzurro è troppo solo: non può bastare il suo attacco negli ultimi metri per creare tante occasioni da rete. Allegri dovrà lavorare su come occupare meglio l’area avversaria, magari con l’apporto di centrocampisti che possano cercare la porta da distanza ravvicinata. La questione gol è un problema tattico, la soluzione non può che essere tattica.