Le parole dell’ex dirigente ai microfoni di ‘Radio Punto Nuovo’
FERITA APERTA – A distanza di circa 15 anni, il caso ‘calciopoli’ è ancora una ferita aperta per Luciano Moggi. La sua Juventus fu condannata alla Serie B dopo lo scandalo che ha colpito il calcio italiano, ma fu l’unica squadra a subire la retrocessione. L’ex dirigente juventino, intervistato da ‘Radio Punto Nuovo‘, ha parlato nuovamente del caso calciopoli, con un occhio anche alla Juve del presente:
“Ho noia a parlare del passato, ma pian piano le persone stanno cambiando idea. Non mi interessa sapere chi mi ha fregato, l’importante è che io abbia la coscienza pulita. A Coverciano hanno addirittura sostituito il filmato riguardo il sorteggio arbitrale. Sono stato apostrofato come un mafioso del calcio, alla gente piace darmi la colpa. Il processo è stato fatto non solo per colpire me, ma anche la Juventus. In un episodio riguardante Cordoba (ex difensore Inter), Auricchio dichiarò di non fregarsene nulla, quindi di cosa stiamo parlando. I miei rapporti con Elkann? Sono cose mie, non voglio parlarne. Anche se il trio Giraudo, Bettega e me non era simpaticissimo, dire che fosse questo trio il colpevole di tutto mi sembra eccessivo. Che fine ha fatto lo stile Juve? Non sono lì ora, non dovete chiedere a me. So solo che se Gianni Agnelli vedesse questa gestione si starebbe rivoltando nella tomba.“