Evelina Christillin, Massimo Mauro e Alessio Tacchinardi commentano le parole di Maurizio Sarri
I COMMENTI – Intervenuti ai microfoni della Gazzetta dello Sport, Evelina Christillin, Massimo Mauro e Alessio Tacchinardi parlano di Maurizio Sarri, dopo la sua intervista a SportItalia. Il tecnico della Lazio ha parlato del suo passato in bianconero, irritando, e non poco, il popolo juventino. Di seguito, i commenti dei tre.
CHRISTILLIN – La rappresentante Uefa nel consiglio Fifa, da sempre tifosa dei colori bianconeri, si esprime così:
Ognuno raccoglie quello che ha seminato: Maurizio Sarri non aveva rapporti felici nello spogliatoio, in fondo si è sempre saputo, alla Juventus non è riuscito a farsi amare dai suoi giocatori e credo che questo sia stato uno dei motivi per cui quello scudetto non è stato festeggiato. Un matrimonio non riuscito: forse non si sarebbe dovuto fare affatto. Allegri è arrivato a Torino tra lanci di uova però è andato via tra le lacrime e mille rimpianti, tant’è vero che adesso è tornato per la gioia di tutti. Sarri invece non è riuscito a farsi amare, forse per quel carattere spigoloso che ha avuto riflessi nei rapporti con la squadra. Mi piacciono gli uomini di campo che parlano solo di campo, invece si tende sempre a cercare la polemica, come è successo anche per questo Europeo, che è bellissimo. Non mi è piaciuto il riferimento allo scudetto perso in albergo per episodi discutibili, un argomento su cui i tifosi bianconeri sono molto sensibili. Da parte di Sarri avrei trovato più elegante un bel tacer, anche perché è stato a libro paga della Juventus fino all’ultimo giorno di contratto
MAURO – L’attuale dirigente sportivo, conoscitore esperto dell’ambiente torinese, parla così:
Vorrei raccontare a Sarri un episodio che è successo tanti anni fa: era il 1985, la Juventus vinse la Coppa Intercontinentale, che era l’unico titolo internazionale che le mancava, quindi non proprio una coppetta. Eppure quando arrivammo all’aeroporto non c’era nessuno ad aspettarci. Capisco che per chi è abituato a piazze come Roma e Napoli può sembrare strano, ma a Torino funziona così e anche in questo si nasconde la forza della società. L’abitudine a vincere viene anche dalla sobrietà con cui festeggi. Vincere il campionato non era affatto scontato, ma se Sarri non si fosse adeguato ai giocatori che aveva non ci sarebbe riuscito. Cercare di vincere in una maniera diversa rispetto agli ultimi anni è stato un tentativo nobile da parte del club, ma si è capito subito che con la rosa che aveva Sarri non avrebbe potuto fare il suo gioco. I tifosi ormai dovrebbero essersi abituati: da Capello a Higuain, la storia bianconera è piena di acerrimi nemici che poi sono diventati juventini. I soldi non puzzano e le bandiere ormai non esistono più, le sue dichiarazioni non mi stupiscono
TACCHINARDI – L’ex calciatore della Juventus, infine, sentenzia:
Sarri è un allenatore top e io ero felice quando è arrivato alla Juventus, ma con l’ambiente bianconero non c’è mai stata empatia e questo si è visto fin dal primo minuto. Le colpe non sono di nessuno, si sono incontrati due mondi troppo diversi. Non era il profilo giusto nel posto giusto. Mi spiace perché ero sicuro che sarebbe riuscito a coinvolgere di più i giocatori, come era successo al Napoli e pure al Chelsea, anche se in misura minore. Non si è dimostrato in grado di gestire star di più alto livello: un conto è Albiol, un altro CR7. Con lui in panchina mi aspettavo una Juventus più fantasiosa, invece la differenza non si è vista. Credo che anche Maurizio se ne sia andato con il rammarico di non aver inciso come e quanto piace a lui. E forse anche per questo si è lasciato andare a qualche dichiarazione che sarebbe stato meglio evitare. Lo scudetto perso dal Napoli nel 2016-2017? La Juve ha vinto quello scudetto meritatamente, avrei evitato di tornare su quegli episodi. E poi il Napoli avrebbe dovuto giocare la sua partita senza lasciarsi condizionare: si risponde sempre sul campo