La ventesima giornata di campionato, la prima del 2022, recita un copione che non si discosta molto da quanto visto nel 2021. Una Juventus poco consistente a centrocampo non riesce ad imporsi nel gioco e nel risultato su un Napoli con diverse assenze. Analizziamo le principali chiavi tattiche dell’incontro nell’appuntamento del giorno dopo.
AGGRESSIONE ALTA – Il buon approccio alla gara della squadra di Allegri lasciava presagire un certo seguito alle incoraggianti dichiarazioni del mister e di Bernardeschi nel pre-partita. I bianconeri spingono forte sul pedale del pressing e riescono nei primi dieci minuti a mettere alle strette il Napoli che forse non si aspettava una partenza così dei padroni di casa. Con molta probabilità è la gara che aveva impostato Max Allegri, non nuovo ad avvii di partita di spinta. La Juventus fa densità al centro del campo e i rapidi scambi di posizione tra gli esterni d’attacco e la mobile punta centrale Morata mettono in difficoltà la retroguardia ospite. Se a Mckennie capita, dopo tre minuti, la più ghiotta occasione di sbloccare il match (suo il colpo di testa da corner di poco a lato), non è però dalle palle inattive che la Vecchia Signora si dimostra più abile. E’ la pressione alta l’arma più efficace: Morata e Chiesa pungono svariando molto sul fronte d’attacco. L’ex viola, al rientro dall’infortunio, si dimostra volenteroso e in buono stato di forma: suoi i guizzi che provano ad accendere la fase di possesso bianconera, i suoi acuti sono gli unici che possono impensierire la retroguardia partenopea. La soluzione del lancio lungo dalla trequarti per la sua corsa è quella più sfruttata. Con un’azione individuale Chiesa (il numero 22) porta palla dalla trequarti e punta l’area. Come l’immagine suggerisce, sono validi i movimenti ad allargarsi di Morata e Bernardeschi che creano il corridoio per il compagno: la conclusione di Chiesa finirà di poco larga.

PROBLEMI A SINISTRA E IN MEDIANA – L’aggressività bianconera si esaurisce dopo una ventina di minuti. La squadra di Spalletti prende le misure agli avversari, trovando e servendo con maggiore frequenza Insigne, Mertens e Zielinski. In particolare, la catena di sinistra della Juventus si rivela assai vulnerabile. Il duello Politano-Alex Sandro vede vincere a mani basse l’azzurro, come in occasione del vantaggio del Napoli (vedi immagine seguente). Il brasiliano sbaglia il tempo dell’anticipo e non riesce ad intercettare il bel movimento dell’esterno partenopeo. Il gol di Mertens è poi un saggio dell’abilità del belga e della poca reattività dei difendenti bianconeri. L’immagine successiva mostra quanto accade nei minuti successivi alla rete. E’ Insigne a puntare ancora una volta l’area avversaria, superare due avversari e ad invitare un liberissimo Zielinski alla conclusione dai venti metri in una mattonella centrale sguarnita. I mediani della Juventus sono stati ingannati dal movimento del numero 10 che, attirandoli a sé, ha di fatto creato lo spazio per il tiro del polacco. E’ una dinamica che si ripeterà spesso anche nel corso del secondo tempo, con Rabiot e Mckennie mandati fuori tempo dal movimento a rientrare di Insigne.


JUVENTUS AD INTERMITTENZA – La reazione alla rete avversaria è tutta in avvio di ripresa. La squadra di Allegri ritrova quell’atteggiamento più propositivo e guadagna metri nella metà campo avversaria. Il gioco passa dai piedi di Cuadrado (poco servito e poco lucido comunque nei novanta minuti) che lancia in profondità Mckennie (anch’egli si è visto poco in fase di possesso). L’americano vince il duello in velocità con Juan Jesus e mette un pallone interessante in mezzo. Rrahmani svetta su Morata e il pallone finisce al limite dell’area di rigore. Lo raccoglie Federico Chiesa che con uno dei suoi movimenti a rientrare, punta la porta e piazza il mancino del pareggio. I bianconeri affidano le proprie speranze di trovare il 2-1 alle conclusioni dalla distanza. Ci provano, nell’ordine, Chiesa, Mckennie e Dybala, il cui ingresso non modifica di molto l’inerzia della gara. Il Napoli controlla senza troppi problemi vista la poca incisività della manovra juventina. L’unica azione degna di nota è un suggerimento di Cuadrado dalla trequarti: il suo traversone raggiunge il subentrato Kean a centro area ma l’attaccante non trova la porta di testa da buona posizione. I problemi più volta analizzati nel corso della stagione sono ben lungi dall’essere risolti. La fase di possesso della Juventus coinvolge poco i centrocampisti centrali. Locatelli fa poco più del compitino, mentre l’apporto di Rabiot è nullo. Allegri confida nelle giocate dei singoli ma la strada non può essere questa. La qualificazione per un posto nella prossima Champions League deve passare da più interessanti sviluppi corali.