Le sue dichiarazioni, riportate dalla ‘Gazzetta dello Sport’
FERMEZZA – Lo scandalo dello scorso novembre, confluito nell’arresto del Procuratore capo dell’Associazione Italiana Arbitri Rosario D’Onofrio per traffico internazionale di stupefacenti si è rivelato essere solo la punta dell’iceberg. Le indagini della Procura FIGC avrebbero rilevato dei ‘comportamenti disciplinarmente rilevanti’ del presidente AIA Alfredo Trentalange, ovvero il numero uno dell’associazione. Delle accuse pesantissime che avrebbero come protagonista Trentalange si susseguirebbero tra le mancate verifiche del profilo di D’Onofrio, avendone caldeggiato la sua candidatura, ma soprattutto avendolo difeso e lasciato agire, nonostante dal maggio 2020 fino a settembre fosse già detenuto in carcere (sanzione comminata in arresti domiciliari da lì in avanti). Secondo quanto riportato dalla ‘Gazzetta dello Sport’, l’ex procuratore capo avrebbe aperto, nel periodo in cui era ai domiciliari, ben 1700 fascicoli l’anno. Di tutta riposta, queste le parole di Trentalange sulla questione, riportate dalla ‘rosea’:
“Tengo a chiarire che non ho assolutamente intenzione di dimettermi.“