Il centrocampista avrebbe espresso la volontà di essere ceduto. Manchester United, Chelsea e Newcastle tra le possibili destinazioni
SEPARAZIONE IN VISTA. Anche se i riflettori ruotano intorno al futuro di Angel Di Maria, tenendo tutti con il fiato sospeso, tra le notizie odierne spunta la voce di un presunto addio di Adrien Rabiot alla Juventus. Il centrocampista era un titolare nella squadra di Allegri e, con ogni probabilità, sarebbe un punto fermo anche in quella che stanno cercando di costruire per la prossima stagione, ma al contempo la società deve necessariamente fare altre valutazioni. Ad esempio? La prospettiva di fare cassa per dare una sterzata al calciomercato spicca su ogni cosa. Del resto, i piani per la cessione del francese erano già qualcosa a cui la Juventus stava lavorando da un po’, ragion per cui l’ipotesi di un addio non ha poi spiazzato più di tanto. Il suo contratto è in scadenza nel 2023 e i bianconeri possono realizzare anche una discreta entrata per il francese: la richiesta di partenza è di 10-15 milioni, anche se la società vorrebbe alzare a 25 con la speranza di scatenare una vera e propria asta per garantirsi un bel tesoretto da investire sul mercato. Il centrocampo, infatti, resta uno dei reparti, se non quello principale, che verrà sottoposto ad un profondo restyling, con una sola certezza da cui ripartire (Locatelli) e un ritorno tanto declamato (Pogba) che però non basterà a cancellare i problemi delle ultime stagioni.
Arrivato nel 2019 dal PSG con i migliori auspici, il cammino di Adrien Rabiot alla Juventus non ha invece entusiasmato molto: quel centrocampista audace e raffinato, con le sue partite ricche di dribbling coraggiosi in spazi stretti, è sembrato pian piano appartenere ad un’altra epoca. Per i bianconeri sembrava un acquisto sensato, in fin dei conti: ventiquattro anni, esperienza internazionale e un talento indiscutibile, almeno per certe cose. Invece, si è gradualmente inserito nella lista delle scelte incomprensibili degli ultimi anni. Il suo problema non è né quello di fare grossi errori né di riuscire in grandi giocate, bensì di mostrare difficoltà troppo grandi nei fondamentali tecnici necessari per essere un centrocampista, mancando di quella concretezza che a volte irrimediabilmente serve. Il giocatore sbagliato in un contesto sbagliato? Potrebbe essere così. D’altronde, un po’ di stoffa l’ha dimostrata nel corso della sua carriera ed è probabile che a Torino non abbia trovato l’ambiente giusto che lo sapesse valorizzare e far crescere. Che sia con il Chelsea, il Newcastle o il Manchester United (le tre attuali e possibili destinazioni), la sua prossima sfida sarà proprio quella: ritrovare il proprio ‘posto nel mondo.’