L’episodio del famoso ‘sgabello’ in tribuna riaffiora alla mente dei tifosi bianconeri. Acqua passata?
AMARCORD – 17 febbraio 2017. La Juventus è impegnata nel match di campionato contro il Palermo. La Juve sta vincendo in scioltezza per 3-0 e tutto, almeno in campo, sembra andare a gonfie vele. Tuttavia, pochi minuti dopo, succede il patatrac che sarà determinante per le scelte future di un giocatore bianconero, ovvero Leonardo Bonucci: al termine della gara il difensore ex Bari e l’allenatore Massimiliano Allegri hanno una lite furibonda. Il motivo sarebbe stato una critica del centrale nei confronti dei cambi poco graditi da parte sua, effettuati dal tecnico livornese. Nei giorni seguenti la società prende posizione e difende il tecnico toscano e multa Bonucci per i toni poco consoni utilizzati nella lite. Ma il bello, come dice Ligabue, deve ancora venire.
LO SGABELLO – 22 febbraio 2017, 4 giorni dopo la funesta vittoria per 4-1 sul Palermo. La Juventus è al Do Dragao di Oporto per giocare gli ottavi di finale di Champions League contro i lusitani biancoblu. In casa Juve non si parla d’altro, se non dell’episodio Allegri-Bonucci. Il mister stila la lista dei convocati per la trasferta portoghese e sconvolge l’ambiente: Leo è assente. La vera punizione inflitta al difensore di Viterbo è l’esclusione dal match di Champions, una partita importantissima giocata senza uno dei pilastri della squadra, senza un giocatore che vanta circa 300 presenze in maglia bianconera. La Juventus, dopo un avvio in chiaroscuro, riesce ad espugnare il Portogallo con gli ingressi vincenti di Pjaca e Dani Alves dalla panchina: tanti elogi ad Allegri e alla squadra e tutti contenti. Ma quella sera c’è un particolare non di poco conto, ovvero la presenza di Bonucci in tribuna, accanto a Nedved e Marotta, ma seduto su uno sgabello. In disparte. Un episodio che dimostra l’autorità della società nei confronti del gruppo squadra, ma che mortificherà il calciatore e lo spingerà all’epilogo peggiore possibile.
LE CONSEGUENZE – La stagione prosegue e Bonucci ritrova il posto al centro della difesa bianconera. Gioca molto concentrato e riesce, assieme ai suoi compagni, a trascinare la Juventus verso lo scudetto, la Coppa Italia e la finale di Champions di Cardiff contro il Real Madrid. All’intervallo del match (1-1 il parziale) scoppia un’altra lite nello spogliatoio. Protagonisti? Barzagli e guarda un po’, Bonucci. Leo ha appena strigliato Paulo Dybala, complice di una prestazione al di sotto delle sue possibilità nella partita più importante della sua carriera e Barzagli decide di intervenire in difesa della ‘Joya’, scagliandosi verbalmente contro il collega di reparto. Risultato? 4-1 per il Real Madrid, disfatta totale. A stagione finita si scoprono tutti gli altarini e succede l’imponderabile: Bonucci sceglie di svestire la maglia bianconera e di accasarsi al Milan. Contratto faraonico, fascia di capitano al braccio e centralità nel progetto sono le condizioni che convincono Bonucci a divenire il simbolo della ‘rinascita’ rossonera e dello ‘spostamento di equilibri’ nel campionato italiano, per usare le sue parole. Una decisione nata male, metabolizzata male (dal tifo bianconero), finita peggio per Bonucci che non riuscirà a centrare il traguardo Champions League e culminata con il dietrofront ai danni del Milan ed a favore della Juventus con il suo ritorno immediato ai piedi della Mole. Ora Allegri e Bonucci si ritroveranno insieme, senza scorie del passato e con la vecchia signora come priorità assoluta. Senza nessun protagonismo, si spera.