L’1-1 tra Juve e Milan racconta di una gara dai ritmi discontinui con i due allenatori bravi a porre l’un l’altro le contromisure necessarie alla corretta interpretazione della partita. Il primo tempo è stato di marca bianconera, come spieghiamo nell’analisi tattica che segue.
FATTORE C – Nulla di volgare o di apotropaico. Soltanto la chiave tattica che per 45′ ha consentito alla Juventus di imporre il proprio gioco su un Milan che ha faticato a trovare il bandolo della matassa. Facciamo riferimento alla posizione di Juan Cuadrado per il quale Allegri ha ricavato per l’occasione un ruolo ibrido di mezz’ala, pronta a percorrere le vie centrali con continuità. L’esterno colombiano ha scambiato spesso la propria mattonella con quella di Dybala, andando a ricevere palla anche spalle alla porta. La modifica del raggio d’azione di Cuadrado (il n°11 nella foto seguente) e un atteggiamento ottimo nella prima frazione di gioco hanno fatto intravedere momenti di grande Juve. Movimenti senza palla, pressing e una velocità nel far girare il pallone che ha fatto la differenza. La fase di possesso bianconera è stata sorprendentemente fluida con i calciatori di Allegri bravi a controbattere alla partenza sfrontata degli uomini di Pioli. il cambio di modulo, già visto nelle precedenti uscite, ha previsto ancora una volta un Danilo che rimaneva più bloccato e un Cuadrado che dava ampiezza. I movimenti a rientrare dell’ex Chelsea non sono stati mai letti dal Milan con il risultato di un pressing a vuoto dei rossoneri, facilmente eluso.
SPINTA DEI TERZINI – Se Cuadrado è stato bravo a ricavare gli spazi, questi ultimi sono stati brillantemente occupati innanzitutto da un Alex Sandro in crescita. La prestazione di Malmoe aveva certificato un momento di forma non indifferente. Il brasiliano ha confermato le buone cose fatte vedere nella serata di Champions. Il Milan forse non si aspettava così tante sortite offensive. Alex Sandro ha spinto più del solito, conquistando metri preziosi sulla fascia con Saelemakers che non seguiva le sue corse. Quando i terzini ricevevano palla, la manovra era completata con efficacia da Bentancur e Rabiot, abili a tuffarsi nelle praterie centrali, come ci mostra la foto seguente. Le loro percussioni hanno messo in crisi la mediana di Pioli: Kessie è apparso molto incerto nel fronteggiare così tanto dinamismo. Lo stesso Diaz ha trovato poche ricezioni tra le linee e quando il Milan allargava il gioco sia Theo che Saelemaekers erano circondati da maglie rivali.
TERZINO AGGIUNTO – In più di un momento della gara, era addirittura Bonucci che si sganciava in avanti da novello terzino lungo la fascia destra. L’immagine successiva è ben esplicativa di tale nuova soluzione tattica. tanto inedita, quanto utile, la nuova posizione del difensore azzurro giovava del movimento di Cuadrado, più stretto e bloccato per vie centrali. Mentre Bonucci avanzava bene il proprio raggio d’azione, con Theo Hernandez in enorme difficoltà nel contrastarlo.
SMARRIMENTO – Nonostante un grande primo tempo, i bianconeri di Allegri sono calati vistosamente con il passare dei minuti, complice anche un abbassamento drastico del baricentro, come più volte è capitato nelle altre gare della stagione. Il pareggio di Rebic è stato forse casuale e sicuramente figlio di una disattenzione in marcatura. Ma l’atteggiamento rinunciatario degli ultimi venti minuti di gara ha certamente preparato il terreno a possibili pericoli. da diverso tempo, infatti, la Juve non si rendeva pericolosa. I rossoneri guadagnavano metri di campo e trovavano sempre nuove imbucate. Ancora una volta la Vecchia Signora non è riuscita a difendere il vantaggio. Nei minuti finali, anzi, un attento Szczesny ha dovuto compiere un prodigio su Tomori, la cui conclusione avrebbe avuto il sapore amarissimo della beffa. La Juventus non può permettersi di gestire le partite rinunciando a giocare. E non può farlo per diverse ragioni. La prima è che non può più contare sull’impenetrabile muro difensivo garantito dalla BBc e da un centrocampo tecnico che sa tenere bene la palla. In secondo luogo, la condizione atletica dei titolari e dei subentranti non è apparsa ottimale: la benzina termina dopo 45′ o poco più. Da ultimo ma non meno importante, abbassare il baricentro così tanto non consente, poi, di rimediare ad eventuali episodi negativi, come il gol subito, Una squadra troppo bassa non riesce a trovare le motivazioni e gli spazi (oltre che i tempi!) per abbozzare una reazione. Allegri dovrà lavorare su questo in particolar modo.