Andiamo a scoprire le peculiarità tattiche del prossimo avversario della Juventus
VENEZIA – Il prossimo incontro di campionato per la Juventus di Massimiliano Allegri sarà in laguna, a Venezia per affrontare la squadra di Paolo Zanetti. Le due formazioni non si affrontano da ben 19 anni, dato che l’ultimo incontro risale al 13 gennaio 2002, dove la Juve si impose per 2-1 al Penzo. Un Venezia che potrebbe giocare con il coltello tra i denti, visto il derby perso in modo clamoroso contro il Verona (3-0 per i lagunari nel primo tempo, 3-4 in favore dei ‘butei’ a fine partita). Analizziamo le armi tattiche a disposizione del tecnico di Valdagno e lo schieramento in campo degli arancio-nero-verdi.
MODULO E POSSESSO – Il modulo adottato da Zanetti è il 4-3-3 che per ora ha fruttato 15 punti in classifica in 16 giornate. In fase di possesso, la squadra ama costruire da dietro con i due difensori, mentre il centrocampista centrale si abbassa sulla linea di difesa e forma una linea a 3, permettendo lo sganciamento degli esterni bassi. Vacca è il centrocampista che scende ad impostare, prediligendo il primo sviluppo per vie centrali. I due interni della mediana (Busio a sinistra, Crnigoj a destra) collaborano prima con gli esterni difensivi, poi con quelli offensivi per liberare il cross verso i 192 centrimetri di Henry. I due esterni offensivi hanno caratteristiche differenti: Johnsen ha gamba ed è molto abile nell’uno contro uno, ma pecca nella finalizzazione (è ancora alla ricerca del primo gol stagionale), Aramu si sacrifica molto in fase di copertura ed è dotato di un ottimo piede (4 gol e 2 assist), ma in interdizione tende a commettere dei falli da giallo (4 gialli in 10 presenze). In alcuni frangenti, i due sopracitati combinano con la punta, la quale apre gli spazi per l’inserimento della mezz’ala in area di rigore. Tuttavia, quando lo sviluppo per vie centrali non è possibile, i centrali difensivi cercano la palla lunga verso la torre Henry, abilissimo nel gioco aereo, per appoggiare sul rimorchio dei centrocampisti. Il gioco di Zanetti ha presentato una certa aridità offensiva e i dati lo confermano: 15 gol segnati in 16 partite, solo la Salernitana ha fatto peggio con 11.
NON POSSESSO – La squadra di Zanetti applica un pressing a tutto campo già dalla prima impostazione avversaria. La punta e uno dei due esterni offensivi sono i primi ad iniziare la manovra di pressione sui difensori centrali, mentre l’altro esterno va a formare un centrocampo a 4. La squadra si schiera con un 4-4-2, adottando tre linee di pressione molto alte. Quando la palla transita sulle zone laterali, la mezz’ala accorcia e cerca di chiudere la giocata verso il centro assieme al cursore di fascia, costringendo gli avversari a tornare all’indietro o alla palla lunga a casaccio per evitare il recupero palla. La linea difensiva attua la trappola del fuorigioco, anche se i 29 gol subiti dai lagunari sono simbolo di una certa insicurezza nell’attuazione della stessa.