La linea tracciata da Arrivabene e soci è ben definita: nessun adeguamento di contratto, se possibile un taglio
MONTE INGAGGI – Il ‘caso’ rinnovo tra la Juventus e Paulo Dybala è soltanto la punta dell’iceberg dei piani del club bianconero riguardo ai salari da versare ai propri giocatori. La crisi economica, aggiunta a quella pandemica, ha fatto calare a picco i ricavi qualunque società calcistica e a via Druento ne sanno certamente qualcosa. 750 milioni di aumento di capitale in due anni non è roba di poco conto, per questo si preferirebbe evitare un ulteriore esborso da parte di EXOR e compagnia. Una delle strategie che il nuovo amministratore delegato Maurizio Arrivabene vorrebbe attuare per risanare i conti in bilancio è quello del taglio del monte ingaggi: una soluzione che lascerebbe inevitabilmente scontenti alcuni giocatori, ma che sarebbe di vitale importanza per la sostenibilità del club. Sostenibilità è una parola che non va confusa con ‘ridimensionamento’, perché alla Juventus la competitività sportiva non deve essere intaccata in alcun modo, anche in periodi di austerity come questo. In parole povere, servono le cessioni degli esuberi (la sola cessione di Aaron Ramsey farebbe risparmiare ben 11 milioni lordi a stagione) e dei rinnovi di contratto possibilmente al ribasso o al massimo in pari con gli attuali salari percepiti. Dybala, Cuadrado, De Sciglio, Bernardeschi, Perin e Pinsoglio: questi i contratti in scadenza che gravano per 40 milioni lordi all’anno. Servono delle misure che possano andare nella direzione sperata da Arrivabene, ma che tengano la Juve nelle posizioni in cui siamo abituati a vederla.