Andiamo a scoprire le peculiarità tattiche del prossimo avversario della Juventus
SI RIPARTE – La pausa nazionali è finalmente terminata e dai discorsi relativi al calciomercato si passa a ciò che conta davvero, ovvero il campo. La Juventus sarà di scena domani sera nel match contro l’Hellas Verona, un avversario come sempre ostico e da prendere con le pinze, ma privo del giocatore più rappresentativo, ovvero Giovanni Simeone. L’attaccante argentino (doppietta nel 2-1 dell’andata al Bentegodi) ha rimediato un cartellino giallo ed essendo in diffida sarà costretto a guardare il match dalla tribuna. Ciononostante, la formazione scaligera resta una delle più insidiose del campionato, spinta dalla grande organizzazione tattica fornita dall’ex di giornata, quell’Igor Tudor che ha vestito per 8 anni la maglia bianconera e che lo scorso anno ha svolto la funzione di allenatore in seconda di Andrea Pirlo. Facciamo il punto della situazione sulla squadra veneta, analizzandone il modo di giocare e l’atteggiamento messo in campo.
MODULO E POSSESSO – Ivan Juric, ex allenatore dell’Hellas, ha fatto le fortune dei gialloblu nel suoi trascorso in terra veneta e Tudor sembra averlo capito fin da subito. Subentrato dopo appena tre giornate di campionato ad Eusebio Di Francesco, il tecnico croato ha voluto dare un’impronta simile a quella fornita dal collega connazionale adottando il congeniale 3-4-2-1. Importante l’azione del metronomo Miguel Veloso, il quale si abbassa sulla linea dei difensori ad iniziare l’azione, facendo allargare i due braccetti di difesa sull’esterno. Il compagno di reparto (Ilic o Tameze) è il mediano che va a formare la seconda linea assieme ai quinti di centrocampo e a Barak, ovvero uno dei due trequartisti. Il ceco è il fantasista per eccellenza degli scaligeri e risulta ‘anarchico’ agli occhi dei meno attenti: svaria su tutto il fronte offensivo, da sinistra a destra per poi buttarsi dentro l’area di rigore tra i varchi della difesa avversaria. Quando la squadra ha grandi difficoltà ad impostare, ecco che lo stesso Barak inverte la posizione con il mediano d’inserimento e si abbassa a scambiare coi compagni. I quinti hanno caratteristiche differenti, ma risultano entrambi molto pericolosi: Lazovic a sinistra va a puntare spesso l’uomo viste le doti nel dribbling e i suoi cross risultano essere molto precisi, mentre Faraoni ha grande gamba e attacca il secondo palo a chiudere l’azione. Mancherà Simeone nel match di domani, dunque a fare la punta ci sarà un attaccante con caratteristiche diverse dal ‘Cholito’, un pivot come Lasagna o Kalinic: il loro compito sarà quello di difendere il pallone e far avanzare il raggio d’azione di Barak e Caprari, altro giocatore importantissimo per questa squadra.
NON POSSESSO – Da Juric a Tudor il risultato è sempre lo stesso: la marcatura a uomo a tutto campo è uno dei capisaldi di questa squadra. I tre centrali non hanno nelle loro corde grande velocità, ragion per cui restano alti e vanno ad aggredire l’avversario. I tre attaccanti vanno a disturbare la prima impostazione avversaria, costringendo spesso il portiere alla giocata forzata o il rinvio lungo a metà campo e permettendo ai compagni più arretrati di attaccare gli spazi, coprendo ogni spazio di profondità. Se la pressione scaligera viene saltata, ecco che i gialloblu si espongono a possibili uno contro uno e al rischio di lasciare campo alle avanzate avversarie. I centrocampisti non hanno dei compiti ben precisi, ma dovranno essere presenti a contrastare le iniziative degli avversari, coadiuvati dalle due sottopunte, le quali abbassano il loro raggio d’azione per poter creare densità in zona centrale. Il centrale della difesa a 3 è l’uomo che resta più basso, mentre i due braccetti hanno licenza di avanzare e non lasciare margine di respiro agli attaccanti.