Con una rete nel finale la squadra di Allegri riacciuffa l’Atalanta e mantiene il quarto posto in classifica. Al Gewiss Stadium di Bergamo va in scena un match giocato a viso aperto con tante occasioni da una parte dall’altra. Analizziamo i principali spunti tattici dell’incontro nella consueta rubrica del giorno dopo.
SFIDA DA CHAMPIONS – Atalanta e Juventus si sono date battaglia in ogni zona del campo per volgere l’incontro a proprio favore. L’avvio sprint dei bianconeri ha creato molte difficoltà alla squadra di casa, apparsa più incisiva e rapida nel trovare gli spazi in verticale. Propositiva e determinata, la Juventus ha praticato un giro palla più convincente rispetto a quanto visto nella precedente uscita con il Sassuolo. Vlahovic non ha dato soltanto quella concretezza che mancava alla Vecchia Signora in termini di reti ma ha portato al gruppo di Allegri quel qualcosa in più dal punto di vista dell’atteggiamento e della cattiveria agonistica. Il serbo è un lottatore e, seppur contenuto abbastanza bene dall’ex di giornata Demiral, non si risparmia mai. Sua la prima conclusione che sporca i guantoni di Sportiello ed un’altra occasione prima del sinistro a giro di Dybala che sfiora l’incrocio dalla sua mattonella. La partita è apertissima, non c’è spazio per le tattiche conservative. La Juventus ha provato a sorprendere subito gli avversari, non trovando la strada della rete. La reazione dei padroni di casa non si è fatta attendere: la Dea ha ripreso campo e ritrovato intensità e buona disposizione dopo un inizio difficoltoso. In una gara sostanzialmente equilibrata, i nerazzurri hanno avuto il pallino di gioco nelle loro mani quando sono riusciti a portare tanti uomini nell’area bianconera. E a sfruttare il presidio massiccio degli ultimi venti metri avversari con il pressing. Lo si è visto sia nel primo che nel secondo tempo. L’immagine che segue fa riferimento ad un’azione dei bergamaschi costruita nei primi minuti della ripresa. Zappacosta (il segnalino blu più largo a sinistra) propone un pallone al limite per De Roon che piazza il destro potente poi respinto da Szczesny. Nella circostanza, sono cinque i calciatori dell’Atalanta entrati nell’area di rigore della Juventus e due appostati al limite.
MORATA APRE SPAZI – Se la reazione alla rete di Malinovskyi era doverosa per evitare una sconfitta dal sapore di beffa, la Juventus non ha rinunciato ad attaccare anche quando il punteggio era fermo sullo 0-0. Al contrario delle precedenti uscite, gli uomini di Allegri (al quale è forse da rimproverare un certo attendismo nei cambi) continuano a creare occasioni, sviluppando trame di gioco in verticale. Prezioso a tal proposito il lavoro di un instancabile Alvaro Morata. L’azione che vado ad analizzare è di poco successiva alla situazione di gioco che ho mostrato in precedenza. Rabiot ha appoggiato per lo spagnolo che ha cercato e trovato la collaborazione di Mckennie: colpo di tacco per chiudere il triangolo e assecondare il movimento in profondità di Morata. Lo spagnolo perderà, poi, l’attimo propizio per calciare ma il nuovo ruolo esalta le sue caratteristiche. Il fraseggio con i compagni di reparto è efficace, lo spunto in dribbling pure. Peccato per i soliti limiti di freddezza sotto porta. Un dettaglio non da poco per limare il quale è stato ingaggiato proprio Vlahovic.
CONCLUSIONI – In una delle migliori partite degli ultimi due anni, la Juventus non riesce a battere un’Atalanta, volitiva e determinata come sempre, ma priva di giocatori fondamentali, a partire da Zapata. Boga impegna più con il dinamismo che con le conclusioni la retroguardia bianconera capeggiata e diretta da un Danilo che sta tornando ai livelli pre-infortunio. I bianconeri hanno sofferto l’ingresso del fresco Malinovskyi. La velocità e la cifra tecnica dell’ucraino mandano per qualche minuto fuori giri l’attenta linea di difesa ospite. Il pericolo maggiore giunge negli istanti successivi al vantaggio dell’Atalanta quando è il fantasista ucraino ad agire dal limite destro dell’area con il cross pennellato per Hateboer che ha scheggiato la traversa da pochi passi. A parte queste imprevedibili giocate d’alta classe, i bianconeri non si sono disuniti. La voglia di scendere in campo per fare propria la partita non è passata inosservata. Da questo atteggiamento Allegri deve ripartire per preservare il distacco sulla Dea (che ha una partita in meno) e marciare a ritmi Champions. Venerdì il prossimo appuntamento della corsa al quarto posto, con il Toro di Juric che sarà anche l’avversario di Gasperini nella gara da recuperare.