L’intervista di Sportmediaset all’avvocato ed esperto di diritto sportivo
L’ESPERTO – In casa Juventus non si parla d’altro: il caso ‘plusvalenze’ resta il ‘trend topic’ della nostra Serie A, nonostante il turno infrasettimanale sia alle porte. A fare chiarezza sulla fattispecie dell’indagine e sui veri rischi corsi dalla società di via Druento, ci ha pensato l’avvocato Cesare Di Cintio. Ecco le sue parole nell’intervista di ‘Sportmediaset‘:
“Penso che sia prematuro e difficile dire quanto sia concreta l’indagine della procura. Sicuramente c’è un’indagine aperta e questo già è un dato. Naturalmente bisognerebbe vedere le carte, però sappiamo che ci sono attività istruttorie in atto, dalle quali l’accusa si attende che vengano fuori elementi per supportare la sua tesi. Tutto dipenderà da ciò che emerge. Quello che posso dire è che il tema delle plusvalenze è sempre stato delicato: il calciatore è un lavoratore subordinato e le sue prestazioni sono di loro natura aleatorie, la sua valutazione dipende da una vasta serie di eventi. Quando si parla di giovani, poi, non esiste un parametro per stabilire se diventeranno campioni o meno. Sottolineo che affinché si concretizzi il reato è necessario un dolo specifico. Attenzione, non un dolo generico, ma specifico, cioè connotato da consapevolezza e volontà di raggiungere un determinato fine. Rischio illecito sportivo? Innanzitutto chiariamo che parliamo di due piani totalmente separati. I principi sui quali si fonda la colpa sportiva e quelli su cui si fonda quella penale sono completamente diversi. Oggi dire quanto sia fondata e se possa generare una sanzione questo tipo di indagine è molto prematuro. Cosa rischia la Juve in caso di illecito? A livello sportivo gli illeciti di natura economica e finanziaria sono disciplinati dall’articolo 31 del codice. Il comma 1 riguarda i casi di mancata produzione, alterazione o falsificazione dei documenti richiesti dagli organi di giustizia sportiva. In questo caso il rischio è di un’ammenda con diffida. Il comma 2, invece, riguarda i casi in cui l’attività illecita sia finalizzata a ottenere l’iscrizione a una competizione a cui la società non avrebbe potuto essere ammessa. In questo caso le sanzioni vanno dai punti di penalizzazione fino all’esclusione dal campionato. Si tratta naturalmente di una casistica particolarmente grave e servono forti elementi per dimostrarla. L’unico precedente in questo caso è quello del Chievo nel 2018, quando la condanna per ‘reiterata violazione ed elusione delle norme di prudenza e correttezza contabile’ portò a una penalizzazione di 3 punti in classifica, nonostante la richiesta iniziale di 15.“