A Leo Messi il pallone d’oro più discusso della storia del calcio
“Sappiamo tutti che l’anno scorso l’avrebbe meritato Lewandowski. E’ un trofeo che lui dovrebbe avere in casa. Spero che France Football lo risarcisca”
Queste le parole a caldo del vincitore del pallone d’oro di quest’anno. Lionel Messi si aggiudica l’ambito premio per la settima volta nella sua carriera. Una riconoscenza che lui stesso ha definito per quest’occasione immeritata. Una sana quanto doverosa ammissione, sulla quale la maggior parte dei tifosi sembrano trovarsi perfettamente d’accordo con lui. Una stagione nella quale il fenomeno argentino non ha certo brillato, salvata solo dalla conquista della Coppa America con la maglia dell’Albiceleste, il primo trofeo in assoluto per Leo con la propria Nazionale. Alle sue spalle sul podio si sono classificati Robert Lewandoski, 48 centri in 40 presenze nella stagione 2020-2021, che arrivano a 65 se si aggiungono quelli della stagione attuale. E Jorgihno, vincitore tanto per rifrescare la memoria della scorsa Champions League, della Supercoppa Europea con il Chelsea e naturalmente dell’Europeo con la nazionale Italiana. Fattore che a quanto pare, non è stato minimamente tenuto in considerazione ai fini del verdetto finale. E qui la domanda sporge spontanea: il pallone d’oro va assegnato al miglior giocatore del mondo attualmente in circolazione oppure a quello che si è dimostrato più incisivo e determinante nell’arco complessivo della stagione? Per onesta intellettuale, qualora risultasse veritiera la prima ipotesi, il trofeo più ambito da ogni calciatore dovrebbe essere attribuito senza remore a Messi o Cristiano Ronaldo.
Due fuoriclasse che hanno stracciato e infranto ogni record inimmaginabile, cambiando per sempre la storia del calcio. D’altro canto, se a risultare vera è la seconda ipotesi, rimane più di un dubbio circa il verdetto finale. E non sarebbe nemmeno la prima volta che il numero 30 del Paris Saint Germain, ex vecchia gloria del Barcellona, ha trionfato tra le polemiche generali. Nel 2010, l’argentino vinse il secondo pallone d’oro della sua carriera davanti a Wesley Sneijder, uno degli artefici indiscussi della conquista del Triplete da parte dell’Inter di Mourinho. Il centrocampista tulipano, trascinò anche la sua Olanda nella finale del mondiale poi persa di misura contro la Spagna. Messi tornò a casa dal Sud Africa dopo aver subito un’autentica lezione di calcio ai quarti di finale per mano della Germania. Conta di più il numero di gol complessivi messi a segno? Ritorniamo al punto di partenza. Lewandoski da due anni consecutivi, guarda tutti dall’alto in tal senso.
Perfino Mbappè, attualmente compagno di squadra di Leo, ha fatto meglio di quest’ultimo in tal senso. 42 reti in 47 presenze. Tra cui una splendida doppietta realizzata al Camp Nou agli ottavi di finale di Champions contro un Barcellona che nel giro di qualche mese avrebbe detto addio alla propria Pulce. In sintesi, l’unica spiegazione che a sto punto risulterebbe più plausibile per risolvere questo rebus, consiste nel fatto che la Coppa America assuma un valore superiore a quello dell’Europeo. Da una parte Argentina, Brasile, Uruguay e se proprio vogliamo essere buoni Colombia e Cile. Dall’altra Francia, Portogallo, Spagna, Germania, Inghilterra, Belgio, Italia, Paesi Bassi e forse possiamo fermarci qui. Il divario tecnico che sussiste tra le due competizioni è abissale, come se dovessimo confrontare la Champions League con la nuova Conference League. Un’assurdità anche solo pensarlo. Tirando le somme, in una delle proprie stagioni peggiori in termini realizzativi e di trofei vinti, Messi riesce a calare il sette e bello. Centrerà mica qualcosa il suo trasferimento al Paris Saint Germain? Ai poster l’ardua sentenza. Tralasciando il Manzoni, va premiata l’ammissione di un giocatore che troverà sempre il modo di far parlare di sé. Il buon Messi potrebbe zittire tutte le critiche a suo carico vincendo l’unico trofeo che manca al suo immenso albo d’oro. Il Mondiale…