Zero gol nelle ultime quattro partite: cosa è accaduto ad uno dei bomber più prolifici del nostro campionato? Il giocatore è apparso particolarmente nervoso anche nella gara di venerdì contro il Genoa, ossessionato da un gol che tarda ad arrivare
CE LA FARANNO I NOSTRI EROI? Parlare di crisi è forse esagerato, ma una cosa è certa: nelle ultime settimane, l’involuzione di Dusan Vlahovic è ormai sotto gli occhi di tutti. La sua immagine, in panchina al Ferraris, con un viso che trasudava tanta rabbia e nervi a fior di pelle è lo specchio del periodo più negativo che sta vivendo da quando è arrivato in Italia, con la quarta partita di fila a secco. 20 gol in 24 presenze con la Fiorentina e solo 7 in 18 presenze in bianconero: la differenza di rendimento da quando è approdato a Torino durante il mercato di gennaio sottolinea un feeling che fatica a decollare. Allegri, d’altronde, ci aveva visto lungo e aveva sempre predicato calma, convinto che le difficoltà prima o poi sarebbero arrivate. Per il peso della maglia che indossa; per il fatto di giocare ogni 3 giorni, cosa alla quale alla Fiorentina non era abituato; per le pressioni che si hanno quando si gioca in una realtà come la Juventus; perché gli avversari ti conoscono sempre di più e adottano le contromisure.
Dopo aver fatto sognare i tifosi presentandosi con un gran gol all’esordio contro il Verona e un paio di settimane dopo con un altro a 30 secondi dal suo esordio in Champions League contro il Villarreal, settimana dopo settimana è accaduto l’impensabile. Vlahovic, infatti, ha perso il fuoco, la spensieratezza, la cattiveria delle prime partite, apparendo sempre troppo nervoso e ostinato nel cercare un gol che si avvicina più ad una soddisfazione personale piuttosto che a quella della sua squadra. Certamente, il momento che sta attraversando è anche frutto di uno scacchiere tattico che forse non esalta al meglio le sue caratteristiche e che, rinchiuso dalla mancanza di cross e verticalizzazioni, lo costringe spesso e volentieri a giocare spalle alla porta, faticando e non poco a trovare sia la giusta posizione che la serenità necessarie ad un attaccante. Dati alla mano, i numeri della sfida contro il Genoa, ad esempio, sono incredibilmente negativi: solo 25 palloni toccati (di cui solo 5 in area di rigore), 0 contrasti fatti (e di conseguenza vinti), di 7 duelli, solo 2 hanno avuto esito positivo, mentre 0 è anche il numero di intercetti, assist e cross.
A tutti, anche ai migliori, è capitato di vivere periodi del genere e l’importante è sapere come uscirne. La finale di Coppa Italia contro l’Inter potrebbe essere proprio l’occasione giusta affinché Vlahovic recuperi il sorriso e torni ad essere decisivo come ci si aspetta da un bomber del suo calibro. Il rischio, altrimenti, lo conosciamo: basta davvero poco per invocare la crisi definitiva.