Andiamo a scoprire le peculiarità tattiche del prossimo avversario della Juventus
TORINO – Il brutto colpo subito in extremis da Alexis Sanchez nel derby d’Italia valevole per la Supercoppa Italiana deve essere immediatamente assorbito dalla Juventus che domani sera alle ore 20:45 ospiterà l’Udinese all’Allianz Stadium. Il match della 22esima giornata non rievoca bei ricordi, soprattutto per Wojciech Szczesny: la gara di andata fu la prima giornata di campionato in cui i bianconeri di Allegri pareggiarono per 2-2 in seguito a due errori grossolani del portiere polacco. I friulani, nel frattempo, hanno cambiato il loro allenatore, passando da Luca Gotti a Gabriele Cioffi, ex tecnico in seconda della squadra del patron Pozzo. Analizziamo lo spartito tattico adottato dall’Udinese, provando a comprendere il sistema di gioco che Cioffi avrà in mente.
MODULO E POSSESSO – A differenza del predecessore Luca Gotti, Cioffi ha voluto ripartire dalle certezze dei bianconeri, ovvero il 3-5-2 che ha permesso tante salvezze tranquille. Nessun esperimento in direzione di un 3-4-2-1 o un trequartista dietro le due punte, ma un modulo scolastico e ben preciso che possa esaltare al meglio le caratteristiche di squadra. Tuttavia, il focolaio Covid-19 che ha colpito a fondo il gruppo squadra, ha messo il tecnico nelle condizioni di dover adottare il 3-4-2-1 con due mezze punte come Pussetto e Deulofeu dietro l’unica punta. Con l’assenza prolungata di Pereyra, il trascinatore di questa squadra sembra essere il portoghese Beto, terminale offensivo che ha siglato ben 8 gol in 17 partite disputate. Spesso e volentieri, la palla lunga a cercare il suo metro e 94 è una soluzione congeniale nell’economia del gioco, perché l’attaccante lusitano è abile non solo a difendere il pallone, ma anche nell’uno contro uno, oltre a possedere una grande facilità di corsa a campo aperto. Deulofeu tende ad abbassarsi sulla linea di centrocampo ed allargarsi sull’esterno, sfruttando la sua velocità in progressione e le sue abilità di palleggio. Pochi fraseggi prolungati e subito palla in avanti per beneficiare delle qualità degli interpreti offensivi: questa la qualità che rende l’Udinese una squadra ostica, nonostante la posizione di classifica suggerisca altro.
NON POSSESSO – Una volta persa palla, la squadra tende a fare densità nella zona centrale del campo, sfruttando le qualità a livello difensivo del suo organico: Walace (il mediano davanti alla difesa) è terzo nella classifica di A per palloni rubati agli avversari, se si escludono i portieri, meglio di lui soltanto Bremer e Palomino. Tuttavia, questa squadra sembra concedere di più rispetto alle stagioni passate, frutto di un gioco più propositivo e meno votato alla speculazione del risultato. La marcatura adottata dagli uomini di Cioffi sulle palle inattive è a uomo, viste le ottime doti di Becao, Nuytinck e Samir (ceduto al Watford in questa sessione di mercato) sui palloni aerei. Sugli esterni, gli avversari potrebbero trovare qualche sfogo in più proprio a causa dell’intasamento delle vie interne creato dai friulani, motivo per cui Molina e Udogie sono chiamati, oltre a macinare km sulla fascia in fase offensiva, anche ad una grande attenzione difensiva. Spesso e volentieri la lucidità viene meno a causa dell’enorme sforzo fisico ed il compito diventa ben più arduo.