Il pari di ieri sera contro il Venezia, oltre ad un attacco spento e all’ennesimo infortunio di Dybala, riporta d’attualità i problemi che affliggono la squadra di Allegri.
DESTINO AVVERSO? – Quanto peseranno quei due punti persi per strada ieri sera? Questa è sicuramente una delle domande che rimbalzerà nella mente di Massimiliano Allegri, che alla vigilia di Venezia-Juventus aveva già previsto che non sarebbe stata una gara semplice, ed infatti è stato proprio così. Quel trappolone evocato dal tecnico livornese è diventato ben presto realtà ed ha impresso una forte battuta d’arresto ad una rimonta che, a questo punto, si fa sempre più complicata.
La Juventus ha fornito una prestazione a due facce: da un lato, un ottimo primo tempo dominato dal punto di vista del gioco e con sprazzi di qualità; dall’altro, persiste ancora una certa difficoltà nel trovare la via della rete, come dimostrano i soli 23 gol in 17 partite, un bottino davvero magro per una squadra dalle ambizioni così elevate. Scarica, individualista, priva di “fame”, poco determinata: questo è il ritratto dei bianconeri sul terreno del Pier Luigi Penzo, al cospetto di un Venezia che ha dimostrato un’ottima organizzazione tattica e tanto carattere, riuscendo a tirar fuori il giusto coraggio e dominando per lunghi tratti il secondo tempo.
L’infortunio di Dybala dopo soli 12′ già non lasciava presagire nulla di buono, specie perché la squadra di Allegri sa perfettamente quanto la presenza della Joya sia determinante ai fini del gioco, aspetto che è immediatamente emerso una volta uscito dal campo. Un’uscita, peraltro, che riassume un po’ quel groviglio di sensazioni contrastanti che la Juventus ci ha fatto provare in questa prima parte di stagione: una profonda delusione mista ad uno spiraglio di speranza. Nel primo tempo, però, le cose non si erano messe male, con la squadra che, nonostante la perdita di Dybala, ha provato a macinare gioco riuscendoci anche al di sopra delle aspettative. Gli uomini di Allegri costruiscono l’azione del vantaggio al 32′, quando Pellegrini pennella un bel cross di mancino e Morata batte Romero con un gran movimento in anticipo sul primo palo. Forte del vantaggio, i bianconeri continuano a creare occasioni e sfiorano perfino il raddoppio allo scadere del primo tempo, quando Cuadrado sfiora il palo con un tiro rasoterra. Nella ripresa, però, è tutta un’altra storia, ma soprattutto tutta un’altra Juve, con l’inerzia della partita che s’inverte completamente. La squadra di Allegri appare molto spenta, poco reattiva e distratta, con i padroni di casa che ne approfittano cominciando subito col piglio giusto. L’atteggiamento propositivo dei lagunari produce i suoi frutti al 55′ quando Aramu trova il gol del pareggio, arrivando per primo su una palla vagante al limite dell’area e freddando Szczesny con un fantastico sinistro. La Juventus si ritrova per buona parte del secondo tempo in totale balia dell’avversaria, perdendo tanti palloni e non riuscendo a ribaltare l’azione: l’unico vero squillo arriva da Bernardeschi, il cui sinistro al volo si stampa sui pugni di un super Romero.
Continua “l’astinenza” da gol, con il reparto avanzato che al netto delle prestazioni rimane il cuore del problema. Continua il “mal di piccole”, dove su 5 partite disputate la Juventus ha raccolto solo due punti contro Udinese e Venezia. Continua la “mala sorte” di Paulo Dybala, vittima di continui guai fisici che, ogni volta che sembra spiccare finalmente il volo, ne bloccano d’improvviso l’ascesa. Continuerà anche la rimonta, in tutto ciò? Mancano solo due partite alla sosta natalizia, contro Bologna e Cagliari, due sfide che già profumano di “dentro o fuori” dall’Europa che conta. Il demiurgo Allegri, creatore corrente dell’universo bianconero, è avvertito.