Le dichiarazioni del dirigente bianconero
DICHIARAZIONI – In una lunga intervista al quotidiano La Repubblica, Cristiano Giuntoli ha parlato così della Juventus, dei progetti per il futuro e delle sue sensazioni sul nuovo incarico:
Alla Juventus mi sento a casa. Ricordo le prime trasferte con il mio babbo a Firenze o Bologna
Sul suo modo di lavorare:
Ho sempre fatto con quello che avevo a disposizione. In un momento di grande crisi per il calcio italiano, c’è bisogno di fare di necessità virtù. Inseguire la sostenibilità, creare un meccanismo di autosussistenza in cui puoi spendere in base a ciò che incassi. Abbassare il monte ingaggi e l’età media, avere più giovani che possano crescere nel club e costituire valore. In più, creare un ambiente che guardi non solo al risultato ma alla prestazione. Vincere è la cosa più importante, ma se vogliamo crescere dobbiamo analizzare le prestazioni. C’è un programma condiviso dall’ad Scanavino, da Allegri, da me e da Manna: tornare in Champions. Ci serve anche per avere una vetrina in cui far crescere i nostri giovani, perchè devono potersi confrontare con i più bravi. Per il nostro obiettivo dichiarato le rivali sono Atalanta, Fiorentina, Lazio e Roma. Poi ci sono Napoli, Milan e Inter che sono più avanti, il loro progetto è partito prima
Sulla Next Gen:
E’ fondamentale per abbassare ingaggi ed età media. Abbiamo un patrimonio. Le seconde squadre costano, ma l’investimento torna moltiplicato e infatti gli altri club ci stanno pensando. E poi, ci aiuta a creare senso di appartenenza nei giovani. Quando non hai più soldi degli altri, la differenza la fa lo spirito. Quanto allo scouting, ho trovato grande professionalità. Oggi nel calcio tutti sanno tutto, è difficile battere sul tempo gli altri. Io a Napoli ho colto delle coincidenze: senza la guerra non avrei preso Kvara a quel prezzo, senza la pandemia forse Osimhen avrebbe fatto 30 gol in Francia e sarebbe finito in Premier
Sul rapporto con Allegri:
Dicevano che avessimo un rapporto complicato, ma non è vero. Allegri è la punta di diamante del club, un grande riferimento in questa delicata fase di passaggio. Lui è partito dall’Aglianese, proprio la squadra del mio paese, pensa il destino, ed è arrivato due volte in finale di Champions. Siamo noi che dobbiamo portare la Juventus al suoi livello.
Sul mercato bianconero:
Abbiamo perso giocatori di esperienza, ma confermato Rabiot, riscattato Milik, inserito Weah e Cambiaso per andare nella direzione che abbiamo indicato. C’era l’offerta del Chelsea per Vlahovic. Noi non volevamo cedere Dusan, ma davanti a certi numeri avremmo accettato. Il Chelsea però non è mai arrivato a quella cifra e lo scambio con Lukaku non si è fatto.
Su Pogba:
Aspettiamo le controanalisi e poi decideremo con il suo agente. Penso solo a quanto ci manca, per il sostituto faremo il punto della situazione a Natale. Se ci saranno occasioni le coglieremo
Su Berardi:
E’ un calciatore bravo ma vogliamo prima capire quanto valiamo noi
Sulla squadra:
E’ molto diversa da un anno fa. Ha un deficit di esperienza ma un ritmo più intenso. Allegri e lo staff volevano già proporre qualcosa di nuovo. Ora con l’abbassamento dell’età media è una necessità: corri di più, aumenta la voglia di fare, ma non puoi più lucrare sulla malizia. Il mister è il primo ad averlo capito.