Ma le regole restano uguali per tutti
MILANO – Conclusa la tempesta Superlega, sembra iniziare a soffiare un vento più calmo ed opaco. Gabriele Gravina, il numero uno della FIGC, prova a tendere un ramo di pace verso la Juventus:
Ho sentito Andrea Agnelli, per me è doveroso cercare un percorso di dialogo. Ci sono i presupposti per il superamento di posizioni distanti
Queste le parole del presidente della FIGC rilasciate a Torino, nel comitato regionale della Lega Dilettanti. Accantonati del tutto quindi i propositi di sanzioni pesanti:
“È impraticabile l’idea di punire un progetto che non si è concretizzato. Il calcio italiano e quello internazionale non possono fare a meno della Juventus. Anche se la nostra scelta non può basarsi su dimensioni economiche o di bacino dei tifosi. La Juventus deve fare una scelta di rispetto delle regole del nostro sistema“
Come riporta l’edizione odierna della Stampa, ora occorre che la Juve compia un passo fuori dagli accordi della Superlega. Alla quale la Signora resta legata insieme a Barcellona e Real Madrid. Ma i toni sono di gran lunga meno bellicosi rispetto a quelli utilizzati dal presidente Uefa Cefarin.
SERIE A CON TETTO SALARIALE – Ieri, in un hotel di Milano, durante la riunione tra i vari presidenti dei club di Serie A, si è preferito utilizzare la tattica della diplomazia. Respinte le dimissioni del numero uno rossonero Scaroni da consigliere di Lega. E non è stato nemmeno chiesto all’amministratore delegato dell’Inter Beppe Marotta di rinunciare alla carica di consigliere federale. La volontà è quella di concentrarsi a porre le basi per il futuro. Viene considerata prioritaria la riduzione a 18 squadre della A dopo il 2024. Sarà studiata l’introduzione di un tetto salariare per gli ingaggi non più sostenibili dei calciatori. Inoltre sarà ripresa la negoziazione con i fondi CVC. Advent e Fsi che mettono a disposizione 1,7 miliardi per il 10% della media company del nostro campionato. Capitolo Superlega chiuso. Ora si devono capire, studiare e risolvere i problemi legati a quella rottura.