Allegri sceglie la miglior formazione possibile per chiudere immediatamente il capitolo qualificazione agli ottavi di Champions League. Contro lo Zenit ritorna titolare De Ligt insieme a Bonucci, sulle fasce Chiesa e Bernardeschi, in attacco il duo Morata-Dybala, Mckennie e Locatelli a fare legna in mezzo al campo e la Juve rialza la testa.
Dopo due sconfitte in campionato arriva (finalmente) il successo. Quello che mancava come l’ossigeno a questa Juventus, nel baratro ormai da diverse settimane. Ma ci ha pensato la squadra a dare un segnale forte, dal sapore di riscatto, che grida “la Juve c’è!”. Perché la vittoria arriva in Champions League e vale qualificazione, punteggio pieno nel girone e sopratutto fiducia. Anche quando la palla non entra, quando tutto sembra girare storto come nel primo tempo, quando Dybala trova il vantaggio con una perla ma ci pensa l’autorete di Bonucci a rimette in pari le cose. Ma i bianconeri si vedono padroni del campo, vogliosi della vittoria che, infatti, non tarda ad arrivare. Il secondo tempo si apre ancora con la fantasia della “Joya”, che trasforma il rigore (al secondo tentativo concesso dall’arbitro) procurato da Chiesa. Poi anche Federico si prende la sua fetta di gloria realizzando il 3-1. Ed eccola la vittoria, sancita definitivamente, o quasi, da Alvaro Morata… c’è spazio infatti per la rete del 4-2 di Azomun, ma poco importa.
La Juve fa punteggio pieno a 12, lasciando dietro a 9 punti il Chelsea, conquistando con due giornate di anticipo la qualificazione e facendo sembrare la Champions una passeggiata rispetto al campionato. Traguardo raggiunto e fiducia riacquistata… almeno si spera, perché sarebbe questa la vittoria più importante, d’altronde il campionato non è finito, come del resto la Champions League. Crederci è l’unico imperativo.