Il Chelsea batte la Juventus con un sonoro quattro a zero. Chalobah, James, Hudson – Odoi e Werner stendono i bianconeri e ipotecano il primo posto in classifica nel girone. Parola d’ordine: reset.
L’analisi tattica di Chelsea – Juventus è presto fatta. Più soldi, più qualità, più intensità, più ritmo, più fisico. Semplicemente, un altro calcio. Che salvo occasionali ondate di orgoglio e cuore (vedasi gara d’andata) difficilmente in Italia riusciremo presto a pareggiare. La Juventus prova a ripetere l’impresa dell’andata. Sino ad un certo punto (la prima parte di gara) ci riesce anche. Poi crolla. Il Chelsea è una squadra totalmente diversa dalla gara di Torino. Questa volta, Tuchel non si fa imbrigliare dalla sapiente rete difensiva di Allegri. Aspetta un tempo e poi, semplicemente, dilaga. Per tutto il secondo tempo il campo è solo blu londinese. Complice una Juventus che lascia a casa la fame, l’orgoglio e l’organizzazione che avevano contraddistinto la vittoria dello Stadium. Questa volta sono i giocatori del Chelsea i famelici leoni in cerca di riscatto, pronti a sbranare l’avversario. E la Juventus? La Juventus sbaglia. I bianconeri pagano i tanti errori di impostazione. Il difesa e contropiede che ha portato al gol di Chiesa non funziona, se non si riesce ad uscire dalla morsa avversaria e l’impostazione si ferma tra i piedi di Rabiot e Bentancur (decisamente non in serata). Se poi anche de Ligt e Bonucci vacillano, va da sé che il bunker ipotizzato alla vigilia che tanta fortuna ha portato ad Allegri si trasforma in un castello di carta.
Meglio allora passare ad un’analisi mentale della disfatta di Londra. O meglio dei suoi postumi. Perché più che una sconfitta è una resa, una figuraccia dal punto di vista del risultato. Di fatto, però, la sostanza dice comunque Juventus agli ottavi di Champions. Difficilmente da prima in classifica a meno di sorprese, certo. Ma orgoglio del primato a parte siamo sicuri che il Chelsea passando da prima in classifica avrà un sorteggio migliore? La sconfitta di stasera pesa più per la forma che per la sostanza. Più che piangere sul primo posto versato, è meglio guardare al futuro. Il rischio di un KO incredibilmente pesante dal punto di vista di gioco e risultato è quello di perdere per strada le poche certezze che la gara di Torino e i tre risultati utili acquisiti prima di questa gara avevano fatto maturare. Ogni lasciata è persa, recita un detto. Per Allegri, la parola d’ordine dovrà essere resettare, mettere nella giusta prospettiva e trasformare in esperienza un risultato pesante. Far si che il tracollo diventi rabbia e non insicurezza e paura. Riscatto, e non resa.