Doveva essere la serata della rivalsa e della speranza. Quella partita da “vincere assolutamente” per tenere vive le speranze di qualificazione e, soprattutto, invertire il disastroso trend dei risultati negativi di questo inizio stagione. E’ andata a finire, invece, che la serata è diventata un incubo. La Juventus frana anche in Israele, perde due reti a zero contro il tutt’altro che irresistibile Maccabi Aifa e mette un piede e mezzo fuori dalla Champions League. Dopo le sconfitte contro Benfica e Psg e la vittoria nel match di andata contro gli Israeliani, i bianconeri si trovano ad appena tre punti in classifica a due giornate dalla fine del girone. I conti, considerando che i prossimi avversari sono appunto Benfica e PSG, sono presto fatti. Quello contro gli israeliani era il match da vincere senza alcuna possibilità di errore. Adesso, l’eliminazione è molto più di uno spauracchio. Serve un miracolo. All’orizzonte, però, si intravedono le nubi nere dell’eliminazione, e l’incredibile danno economico e sportivo che porterebbe con sé.
Inutile parlare di assenze, di uomini, o persino di allenatore. E’ un fallimento totale che coinvolge tutti. Da mesi, in casa Juventus, si è persa la bussola dentro e fuori dal campo. Quella che era una macchina da guerra, è diventata una nave. Si, bellissima sulla carta, ma pronta a fare acqua da tutte le parti non appena viene messa in mare. Quando, con tutto il rispetto, il Maccabi Haifa guidato da Atzili diventa uno spauracchio c’è solo da abbassare la testa e fare un bagno di umiltà.
Moduli, giocatori…tutto perde significato di fronte ad una stagione sino a questo momento così disastrosa. Uscire da questa Champions League in questo modo, con un girone non semplice ma decisamente abbordabile, getterebbe ombre non solo sulla stagione presente, ma anche sul suo futuro. Adesso è tempo di riflessioni. Nella speranza di trovare una via d’uscita