IL RISULTATO – Ci sono pareggi spenti, privi di emozioni. E ci sono pareggi come quello di stasera. L’uno a uno tra Juventus e Atalanta lascia i bianconeri con l’amaro in bocca per i due punti persi, ma li risarcisce con una partita dai ritmi alti e ricca di occasioni.
L’INCONTRO – Partono forte i bianconeri. Il pressing ideato da Pirlo e la rocciosa difesa studiata dal tecnico (in grande spolvero la retroguardia questa sera) mettono in difficoltà i bergamaschi. La Juventus arriva agevolmente nella trequarti bergamasca, ma pecca di incisività negli ultimi metri. Prima Ronaldo e poi Morata sbagliano due gol a due passi da Gollini. Al 29′ il siluro di Federico Chiesa a ricordare i fasti di papà Enrico sembra svoltare il match dei bianconeri. In realtà, è solo il segnale che trasforma le sino ad allora stranamente discontinue scorribande offensive degli uomini di Gasperini nel consueto costante martellante moto perpetuo.
Il match nella ripresa riparte con tanti spazi e capovolgimenti di fronte. Al 57′ Freuler riporta in equilibrio la Dea. Il pareggio non accontenta nessuno e le occasioni fioccano da entrambe le parti. Non è un caso che a prendersi la ribalta saranno le prodezze dei due portieri, quelle di Gollini, che al 60′ para a Ronaldo un rigore assegnato a Chiesa non senza polemiche e poi para l’imparabile su Morata e Danilo, e quelle di Szczesny, che toglie la gioia di un gol praticamente già fatto a Romero. Finisce in pareggio.
UN PUNTO GUADAGNATO – Alla fine vince il calcio. Per la Juventus resta il rammarico di uno scarso cinismo sotto porta, complice anche un Ronaldo in serata storta. Viene difficile però considerare quello dell’Allianz Stadium un passo falso. Contro questa Atalanta, che si conferma una delle più belle realtà del nostro calcio e avversario ostico per chiunque, la sensazione è che si debba sempre considerare un punto guadagnato. Soprattutto alla luce di una difesa e di un centrocampo che anche visto chi avevano di fronte sembrano confermare la crescita vista da qualche partita a questa parte. E che dire di un Federico Chiesa sempre più vicino al giocatore ammirato a Firenze? A mancare è stato il duo d’attacco e la cattiveria sotto porta, che certo non difetta a Ronaldo e Morata. Anche i supereroi ogni tanto si ricordano di essere umani.