Nell’approfondimento di Gazzetta dello Sport, Arrigo Sacchi analizza la prestazione in Champions League della Juventus, spiega gli errori dei bianconeri e cosa deve fare la squadra di Pirlo per assicurarsi il passaggio del turno
CONCENTRAZIONE – La Juventus scesa in campo nella serata di mercoledì era molto simile ad un’allegra brigata che va a disputare un’amichevole e non un match di Champions League. La squadra è apparsa demotivata e scarica per 80 minuti. Poi il lampo di Chiesa che conferma che i bianconeri hanno i mezzi tecnici e le soluzioni per ribaltare il risultato dell’andata. La manovra è stata lenta e ha finito per sbattere violentemente il muso su un Porto compatto e ben messo in campo. Il pressing alto dei portoghesi ha fatto il resto, risultando l’arma letale di Conceicao.
GRUPPO – Per la gara di ritorno la Juventus dovrà imbastire azioni corali mirate a scardinare le granitiche linee di difesa e centrocampo degli avversari. Il Porto soffre il giro palla che coinvolge gli esterni. E’ stato evidente in occasione del gol di Chiesa dove i lusitani hanno fatto fatica a leggere il movimento di Rabiot sulla fascia e l’inserimento dell’ex viola dall’altra parte. Servirà ben altra determinazione soprattutto nell’approccio che è mancato all’andata. La squadra dovrà essere brava ad agire davvero di squadra per innescare gli attaccanti e rendere effettiva la differenza tecnica tra le due compagini.