Andiamo ad analizzare la squadra rossoblu, prossima avversaria della Juventus
NUMERI – La Juventus si appresta ad affrontare una delle squadre più difficili del campionato, ovvero il Genoa. La cura Ballardini ha fatto più che bene ad una squadra che con Rolando Maran non si è espressa al meglio e ha raccolto pochissimi punti. Il ruolino di marcia del tecnico di Ravenna è invidiabile per qualunque squadra di centro-classifica: 6 vittorie, 4 sconfitte e 7 pareggi nelle 17 partite disputate con lui in panchina. 17 gol subiti contro i 19 realizzati. Ma andiamo a vedere come siano fruttati questi numeri, analizzando il gioco proposto dal tecnico.
PALLA AGLI AVVERSARI – Una caratteristica lampante della squadra genoana è il possesso palla..degli altri: nei 17 incontri diretti da mister Ballardini, il Genoa è uscito dal campo con una % di possesso palla maggiore rispetto a quella degli avversari solo in 4 occasioni (Torino, Sampdoria, Udinese e Fiorentina), mentre con l’Hellas Verona ha raggiunto l’esatto 50%. Infatti, il Genoa ha concesso il 10% di conclusioni in più agli avversari rispetto ai tempi di Maran, ma sono per la maggior parte conclusioni forzate degli avversari, che si ritrovano costretti a concludere le azioni per non perdere palla.
DIFESA – La cerniera difensiva rossoblu è ormai consolidata con il 3-5-2, dove il capitano Criscito agisce come centrale di centrosinistra, mentre l’intuizione migliore avuta da Ballardini è stato l’arretramento del raggio di azione di Radovanovic. Ora è lui il leader della difesa genoana, avendo dimostrato di essere sempre ordinato, pulito nelle chiusure e molto attento. Sugli esterni ci sono Zappacosta a destra e Czyborra a sinistra, giocatori che hanno una grande propensione offensiva, ed è per questo che nelle loro sortite offensive diventa importantissima l’azione difensiva delle mezze ali. Infatti, una volta persa palla con gli esterni alti, la mezz’ala del lato di campo di competenza (Strootman da una parte e Zajc dall’altra) tende a scivolare rapidamente sull’esterno, creando un effetto domino di tutta la squadra. Per questo motivo il Genoa predilige la compattezza dei reparti non solo in lunghezza, ma anche in ampiezza, dunque l’imperativo è quello di recuperare le posizioni il più velocemente possibile. Il metronomo di centrocampo è rappresentato dall’esperto Milan Badelj, il cui compito è quello di dare l’immediata profondità agli attaccanti in fase di possesso, ma soprattutto quella di scivolare verso la linea difensiva nel momento in cui il centrale di centrodestra o quello di centrosinistra va alto in pressione su un avversario. In questo modo è lo stesso Badelj ad occupare il posto di Radovanovic, che intanto scivola sull’esterno a coprire l’uscita del centrale.
ATTACCO – I tanti elogi alla fase difensiva rossoblu non possono essere replicati in quella offensiva, nonostante le stagioni più che positive di Mattia Destro (10 gol) e di Gianluca Scamacca (8 gol). I due attaccanti di riferimento giocano molto stretti non solo tra di loro, ma anche con i centrocampisti a supporto, dunque tendono a partire molto lontani dalla porta. Contro squadre che alzano tantissimo il baricentro può anche andar bene, ma contro organici più accorti e compatti, il Genoa ha difficoltà a mandare i propri attaccanti vicino all’area avversaria. Qui viene incontro la facilità di corsa degli esterni, soprattutto Zappacosta che ha nelle sue corde le sgroppate offensive, oltre alla buona tecnica di base che gli permette di osare l’uno contro uno.