La sorte, inquieta e mutevole, può regalare oscillazioni rapide tra picchi di felicità e abissi di delusione. Le Juventus Women coltivano il proprio sogno talvolta baciate, talvolta schivate dalla fortuna. Ma le basi del progetto sono solidissime. Il porto è sicuro anche in gran tempesta di avvenimenti negativi.
MENTALITA’ – Che si indugi in gesti apotropaici o che si sia totalmente indifferenti ai rituali scaccia-sventura, la mannaia che si è abbattuta sulle Juventus Women è di quelle che non lascia scampo. Di quelle che possono far vacillare anche il più coriaceo degli eroi. E, proprio come in un racconto epico, quando il nemico sembra poter prendere il sopravvento, i piani del protagonista rischiano di crollare come un castello di carte. Ma il nostro protagonista è particolarmente resistente. Sarà il formidabile spirito di squadra, sarà la lungimiranza di Stefano Braghin e di una società che ha creduto e investito con determinazione nel calcio femminile. Sarà che la dirigenza ha affidato il gruppo ad un tecnico di ampio respiro internazionale, quale Joe Montemurro. Ma le Women targate Juventus non hanno perso la voglia di sorridere e di continuare a mangiare l’erba. Si rialzano, puntano dritto l’obiettivo, lo scrutano con occhi di tigre e animo di leonesse. Solo due settimane fa le calciatrici bianconere scrivevano una pagina nuovissima e prestigiosa della loro storia, grazie alla qualificazione ai quarti di finale di Women’s Champions League, un traguardo mai toccato prima da un movimento che vanta appena cinque anni di vita. Un’impresa senza pari, figlia del duro lavoro e del cambio di mentalità. Girelli, Hurtig e compagne sanno bene quali erano stati i proibitivi pronostici di partenza per un girone complicato. Ma hanno saputo smentire gli scettici e farsi grandi anche in Europa.
SETTE GIORNI NERI – Dall’entusiasmo delle glorie europee si è passati all’apprensione dei laboratori medici e lo scotto da pagare alla pandemia si è rivelato molto alto. In isolamento perché positive al Covid finiscono sei calciatrici (Lisa Boattin, Agnese Bonfantini, Sara Gama, Alice Giai, Matilde Lundorf e Amanda Nilden) alle quali si aggiungeranno una componente dello staff e Roberta Aprile. l’ultima in ordine di arrivo è stata Pauline Peyraud-Magnin, che ha fatto salire a otto le calciatrici positive. Ci auguriamo che possano superare la malattia brillantemente e tornare presto in gruppo. Se è vero che la fortuna è cieca ma la sfortuna gode di vista di falco, non va meglio a Cecilia Salvai. La gara di Coppa Italia con la Pink Bari è risolta con una goleada bianconera ma la calciatrice di Pinerolo rimedia la rottura del legamento crociato del ginocchio destro. Una vera e propria maledizione per lei, che già nel 2019 fu costretta a rinunciare ai Mondiali a causa della rottura dei legamenti dell’altro ginocchio. La sua stagione si interrompe, dunque, a metà e le bianconere perdono un pilastro dell’ossatura vincente dell’11 titolare. Salvai si sottoporrà così a intervento chirurgico nei prossimi giorni e a lei vanno i nostri più sentiti auguri di pronta guarigione. Una splendida prima parte di stagione lascia decisamente l’amaro in bocca per il suo epilogo imprevisto. Il 28 dicembre le Women torneranno ad allenarsi agli ordini di Montemurro per preparare al meglio le sfide di gennaio. C’è una Supercoppa da aggiungere al Palmares e un titolo di Campionesse d’Italia da difendere. La sfortuna può essere riassorbita e neutralizzata con pronte vittorie di sacrificio e furore agonistico. Per questo Natale non c’è, dunque, da temere carbone. Le ragazze sono state straordinarie. I regali per loro sono meritatissimi. E regali ancor più grandi possono ricevere in futuro.