Nonostante una stagione fallimentare, chiusa con zero titoli in bacheca dopo 10 anni, con l’unica magra consolazione della qualificazione in Champions League, Allegri sarà con ogni probabilità riconfermato dalla dirigenza. E’ la mossa giusta?
PUNTO INTERROGATIVO – Quando la Juventus annunciò l’esonero di Andrea Pirlo e il contemporaneo ritorno di Max Allegri in panchina, buona parte della tifoseria era parsa entusiasta, vedendo i risultati ottenuti dal tecnico di Flero opposti al passato vincente dell’allenatore toscano. Ebbene, dopo un anno si può affermare che la Juve di Pirlo ha fatto meglio di quella di Allegri; innanzitutto per aver conquistato due trofei, contro gli zero di quest’anno, e poi anche per rendimento in campionato in termini di punti conquistati (Allegri potrà toccare massimo quota 75 punti, Pirlo ne totalizzò 78). Questo per spiegare quanto questa annata sia stata fallimentare per la Juventus, favorita anche da una concorrenza per il posto in Champions decisamente minore rispetto alla scorsa stagione. Dopo una partenza shock, Max sembrava aver ritrovato la retta via, ridonando alla Juve quella solidità difensiva andata perduta e facendo addirittura sperare in una pazza rimonta Scudetto, vanificatasi nella sconfitta casalinga contro gli eterni rivali nerazzurri, paradossalmente nel miglior match della stagione. Senza dimenticare poi l’umiliante eliminazione dalla Champions per mano del Villarreal, l’ennesima contro una squadra sulla carta inferiore.
L’arrivo di Vlahovic aveva esaltato l’ambiente, ma la verità è che Allegri non è mai riuscito veramente ad invertire la rotta, con una serie di vittorie ottenute in maniera poco convincente e con il rendimento del serbo che è peggiorato rispetto a quello immacolato di Firenze. La filosofia del risultatismo e del corto muso non ha mai pienamente convinto, diventando a tratti anche snervante, con la Juve che più volte è rimasta vittima del suo atteggiamento attendista. Poche idee di gioco, pochi schemi, parecchia confusione tattica, identità poco solida; con questa rosa a disposizione, Allegri poteva e doveva fare di più, specialmente da gennaio in avanti. E visto il trattamento riservato a Pirlo, e pure a Sarri a dire il vero, verrebbe da dire che Max non meriti la riconferma. Di contro, cambiare il terzo tecnico in tre anni potrebbe essere controproducente e non gioverebbe alla stabilità di un ambiente già abbastanza precario. La situazione attuale, in cui la dirigenza è quasi costretta a non dare il benservito ad Allegri, è figlia degli errori fatti in passato e della scarsa pazienza mostrata con allenatori meno blasonati come Sarri e Pirlo, che tra l’altro avevano anche riempito la bacheca. Il prossimo anno non ammetterà giustificazioni: la rivoluzione al via quest’estate dovrà essere giocoforza vincente, per riprendere un cammino ormai interrotto da troppo tempo.