Andrea Agnelli dovrebbe essere confermato alla presidenza. Out Paratici come annunciato in giornata, dentro Cherubini. Allegri in cima alla lista per il dopo Pirlo. Il livornese può riportare a Torino i pupilli Pjanic e De Sciglio oltre che confermare Bernardeschi e Dybala.
TORINO – “Alors enfants de la patrie, le jour de gloire est arrivé” o quasi. Perché la tanto decantata rivoluzione che sta interessando il mondo Juve può, a ben vedere, far registrare esiti meno sconvolgenti del previsto. L’obiettivo principale di ogni rivoluzione degna di tal nome è rovesciare l’insoddisfacente status quo in nome di un futuro di cambiamento pressoché totale. Alla Juventus per costruire l’avvenire si guarda al passato, glorioso e vincente, ma pur sempre passato. La risposta delle ultime ore ai deludenti risultati dell’annata, solo in parte risollevata dalla Coppa Italia e dalla qualificazione in Champions, pare, infatti, essere quella di un tranquillo rifugiarsi nell’ipotesi dell’usato sicuro. In dirigenza la soluzione interna Cherubini sembra essere quella che godrà di maggior credito. La guida tecnica verrà affidata a Massimiliano Allegri che tornerebbe in bianconero dopo le gestioni Sarri e Pirlo. Ma partiamo dalla dirigenza. Ammesso e non concesso che nella testa di Andrea Agnelli non baleni l’idea di prendere in mano le redini della Ferrari, il nipote di Gianni e figlio di Umberto ha manifestato la ferma volontà di tornare a dedicare tutto se stesso alla Juventus. Certo, erano i tempi bui che seguivano al caos del (momentaneo?) accantonamento del progetto Superlega. Eppure in quelle parole si avvertiva forte l’eco di chi voleva continuare. La prima testa a saltare è stata quella di Fabio Paratici, con una nota ufficiale sul sito bianconero (QUI la notizia) e un incontro con i media che sancirà il definitivo congedo con il ds piacentino. Mentre impazza il toto nomi per il nuovo Direttore sportivo, è lecito chiedersi se l’addio di Paratici sia collegato all’arrivo del nuovo allenatore. E, se due più due fa ancora quattro, è altrettanto lecito domandarsi se non sia stata questa un’esplicita richiesta del conte Max, come condizione fondamentale per un suo ritorno.
LE SCELTE DI CAMPO – Ma cosa significherebbe in termini di rosa un nuovo approdo di Allegri alla Juventus? Il calcio secondo Max prevede delle linee guida ben precise. I rinforzi richiesti quando due anni fa lasciava la guida tecnica dei Madama non sono stati richiesti a caso. Chiesa e Kulusevski piacciono molto al livornese che potrebbe sfruttare la loro gamba nel gioco di rimessa e di prestanza fisica che sacrifica lo spettacolo sull’altare dei risultati. Dybala sarebbe il leader tecnico di una rosa dove un Ronaldo sarebbe forse di troppo. Sarebbe, invece, gradito un trequartista e a tal proposito un certo Chalanoglu, in scadenza con il Milan, potrebbe fare al caso della Juventus. occhio, poi, ai calciatori più “allegriani”: un Mattia De Sciglio, entusiasta della sua esperienza in Ligue 1, potrebbe essere tentato da un ritorno a Torino dove riabbraccerebbe il suo mentore. Un ruolo di una certa importanza e uno spazio sempre maggiore hanno avuto Miralem Pjanic e Federico Bernardeschi nell’11 titolare schierato dal livornese nelle stagioni in bianconero. Se il centrocampista ex Roma è stato impiegato da Allegri più come play basso che da rifinitore dietro le punte, per Bernardeschi il discorso è diverso. Con lui in panchina si è visto il Federico migliore, quello capace di disputare oltre quaranta gare a stagione scalzando nelle gerarchie persino Dybala. Una cosa è certa. Massimiliano Allegri chiederebbe maggiori poteri sul mercato ed un’autonomia di gestione certamente più ampia di quella che è stata accordata all’esordiente Pirlo. Se la Juventus sarà pronto ad accontentarlo prenderà piede la più strana delle rivoluzioni. Quella operata guardando al passato. Una rivoluzione dalla cadenza livornese, fatta di “corto muso”, di quell’ironia inconfondibile e di quel sorriso sornione di chi di pallone ne sa a pacchi. E voi, v’intendete di ippica?!