FOCUS – Ieri sera in rete con l’Estonia, Federico Bernardeschi deve trovare il rilancio da questa rete.
L’avversario non era dei più forti. L’occasione non era delle più stimolanti. Era la Nazionale e non la Juventus. Al netto di tutte queste varianti, segnare fa bene e da morale, Bernardeschi può rinascere dalle buone cose viste ieri sera.
Il ragazzo di Firenze, approdato a Torino, facendo rimpiangersi dai viola è quasi svanito. Dal 2017 all’ombra della Mole, con 82 presenze e 7 gol, Federico non ha inciso. Cambi di allenatore, moduli o altro non gli hanno mai giovato, rendendolo un giocatore comune tra gli altri, anche se lui come gli altri non è. Caparbio, cultura del lavoro, professionista sono solo alcune delle caratteristiche del ragazzo toscano.
Un ricordo opaco ed ingrigito del talentuoso fantasista alla Fiorentina. In questo inizio stagione più che mai criticato per quelle poche volte che è stato scelto da Pirlo. Passi da gigante verso l’involuzione sono stati fatti negli anni, fino ad oggi.

Bernardeschi non è un fenomeno, ma nemmeno ciò che è stato visto, criticato ed additato fin qui. A ventisei anni può e deve rimettersi in gioco, ritrovare la fiducia perduta, ritrovare la psiche incasinata in chissà quale pensiero.
Non sarà facile, soprattutto dopo un periodo del genere. Non sarà facile perché le aspettative non sono mai state rispettate in tre stagioni. Non sarà facile perché giorno dopo giorno Bernardeschi vede sfilarsi via la fiducia della Juventus e la maglia della Nazionale.
Ma proprio la Nazionale, il gol segnato ieri sera, possono essere uno stimolo a quelle corde emozionali interiori, per ridargli vigore e per fargli riprendere in mano il suo destino calcistico.
Un gol all’Estonia per ripartire