Un momento difficile per la Juventus e per i suoi tifosi ha scatenato i frustrati da tastiera
IDIOZIA – L’appello lanciato da Niccolò Pirlo (vedi qui), ovvero un ragazzino di soli 17 anni, è un monito da cui persone molto più grandi di lui potrebbero prendere spunto. Una minaccia di morte non è mai giustificata, in nessun caso, figuriamoci in una situazione dove si parla di meri insuccessi a livello sportivo. SPORTIVO. Episodi come questo lasciano dei dubbi su un principio che dovrebbe essere inattaccabile: la libertà di parola e d’opinione. La sovraesposizione dei personaggi pubblici alla gogna mediatica e lo sviluppo costante dei social network hanno concesso il diritto ad una massa di animali digitalizzati, di minacciare di morte a destra e a manca. Con tutto il rispetto per gli animali.
CALCIO E VITA, E SENZA ACCENTO – ‘Diteci che è solo un gioco‘ è stato ed è tutt’ora uno slogan emblematico riguardante il calcio, uno sport che trasmette emozioni di elevata portata a tutti gli appassionati di questo meraviglioso sport. Tuttavia, questa frase non può essere valida per tutti i contesti. Il calcio deve comunque restare uno sport e in quanto tale c’è chi vince e c’è chi perde, semplice. Che un tifosotto da bar cominci a travestirsi da dirigente, da allenatore o da calciatore, dispensando metodi e ricette ‘vincenti’ degne dei migliori professionisti è già di per sé squallido e superficiale. Ma qui si è varcata una soglia invalicabile: la vita privata di una famiglia. In molti proporrebbero la classica frasetta da facciata ‘ma lasciali perdere, sono solo degli ignoranti’, ma da appassionato di questo sport mi oppongo con estrema fermezza a questo teatrino e a questo ‘lasciapassare all’italiana’. E mi sento schifato di come uno sport che dovrebbe unire la gente possa produrre (seppur in modo involontario) delle menti così malate e deviate, le quali si sentono in diritto da andare dal primo tizio capitato a tiro e sfogare la loro rabbia repressa su un ragazzino che non ha fatto assolutamente nulla. E’ questa la morte dello sport. E’ questa la morte del calcio. E’ per colpa di questo tipo di individui che il calcio non può essere vita, ma solo un contorno.