Il tormentone dell’allenatore livornese continua a coinvolgere tifosi e appassionati di sport che hanno commentato gli ultimi successi azzurri a Tokyo 2020. L’espressione riferita all’ippica ben si presta ad altri contesti agonistici. Dall’atletica al calcio, la filosofia del risultato reca grandi soddisfazioni.
IMPRESA – La medaglia d’oro nei cento metri torna in Italia dopo 16 anni. Il merito di tale leggendaria affermazione azzurra va a Marcell Jacobs, l’atleta della Polizia di Stato cresciuto nel bresciano. E’ lui straordinaria medaglia d’oro nell’atletica, che segue di poco quella, altrettanto straordinaria di Tamberi nel salto in alto. E con la medaglia arriva anche il nuovo record il record europeo con il tempo di 9″80. “Gimbo (Tamberi) ha saltato e mi ha emozionato, mi ha gasato da morire e mi sono detto: perché non posso vincere anche io?”, ha commentato così Jacobs al termine di una gara che entrerà nella storia dell’atletica azzurra. E ce l’ha fatta il ragazzo bresciano con padre americano con una partenza velocissima e un finale di “corto muso“: la testa protesa in avanti, la punta dei capelli a varcare la linea dell’arrivo prima di tutti. Non ho usato la perifrasi a caso. Gli utenti del web hanno rilanciato la celebre espressione di Max Allegri e in tanti hanno sintetizzato l’impresa del velocista italiano con il tormentone che spopola tra i tifosi bianconeri. Anche Leonardo Spinazzola, neo campione d’Europa con la Nazionale di Mancini ha commentato l’oro olimpico con il corto muso allegriano, in un messaggio sul proprio profilo Instagram. Dall’atletica al calcio, la validità rimane elevata. E se poi l’interprete del pallone è proprio quel tecnico appassionato d’ippica, si potrà assistere ad un’applicazione empirica dell’assunto di base. La Juventus della stagione 2021-22 somiglia già molto all’allenatore livornese. Allegri ha già dettato i suoi principi. In altre parole: “Gioca semplice, gioca semplice”. Questo il richiamo a chi durante l’amichevole con il Monza del Trofeo Berlusconi indugiava troppo con la palla o si perdeva in fronzoli o derogava dalla linearità della giocata. Attenzione nei movimenti difensivi e una cura maniacale della fase di non possesso per poi tessere la tela di un rapido capovolgimento di fronte. Questo il nocciolo della questione. Non importa il possesso palla ma il tocco essenziale, il movimento giusto, il passaggio illuminante nel momento saliente della gara. Se sarà una grande stagione saranno le prime uscite ufficiali a farcelo capire. Al momento, fatta eccezione per Kaio Jorge e Locatelli, il mercato non dovrebbe modificare nella sostanza la rosa della Juventus. La palla passa ad Allegri che dovrà lavorare sulla testa dei giocatori in quelle che saranno, nelle sue intenzioni, prove tecniche di medaglia d’oro. I cavalli dovranno essere pronti.