Sudore e lacrime i suoi tratti distintivi, sacrificio e lavoro i suoi dogma: ecco come si crea un campione
GENESI DI UN CAMPIONE – Funchal, 5 febbraio 1985. Un luogo ed una data che resteranno per sempre nella storia del calcio. Nasce un bambino di nome Cristiano, il cui nome viene stabilito per la profonda fede cattolica della madre Dolores. Ma Cristiano avrà anche un altro nome: Ronaldo, in onore di Ronald Reagan, presidente degli Stati Uniti all’epoca, molto apprezzato dal padre. Cristiano nasce in un contesto difficile: la sua famiglia versa in una condizione economica disastrosa, che fa fatica anche ad avere da mangiare. I primi passi da calciatore li fa all’Andorinha, squadra per cui il padre lavorava come magazziniere part-time. Si vede subito il carattere di Ronaldo, infatti nelle partite perse iniziava ad arrabbiarsi e fare scenate di qualunque tipo. Ma il talento c’era, eccome se c’era.
IL PRIMO GRANDE STEP – Un giorno arrivò la chiamata che cambiò per sempre la vita di Cristiano: lo Sporting Lisbona. Cristiano inizia una nuova vita, lontano da casa a soli 12 anni. Le sue intenzioni erano molto ambiziose, ma chiare: “voglio diventare il giocatore migliore del mondo”. I primi mesi furono durissimi per il piccolo Ronaldo, che chiedeva sempre più insistentemente alla madre di voler tornare a casa, ma Dolores (sua madre), non ha mai ceduto alle richieste del figlio, perchè sapeva che il calcio era l’unica strada a disposizione. Già in tenera età, CR7 capisce che per diventare il più forte ha bisogno di una mentalità da professionista: inizia a mangiare di più, ad allenarsi il doppio degli altri, infatti è sempre l’ultimo ad andare via dal campo di allenamento ancora oggi. A 17 anni la svolta: l’allenatore dello Sporting lo convoca per una sessione di allenamento con la prima squadra. Cristiano lotta su tutti i palloni come un forsennato, per fare bella figura e guadagnarsi il posto in squadra. Il suo esordio con lo Sporting avviene a 17 anni nel campionato portoghese il 29 settembre 2002. Gli bastano sette giorni per fare il suo primo gol, anzi i suoi primi due gol tra i professionisti, i primi di una serie incredibile che continua ancora oggi.
REDENZIONE – Un anno più tardi, Cristiano compie il passo più grande della sua vita: arriva alla corte di Alex Ferguson al Manchester United. Sulle spalle la numero 7, la maglia vestita da Best, Cantona e Beckham. Una responsabilità pesante. La sua esperienza in maglia Red Devils parte a diesel, infatti l’ambientamento alla Premier è complicato, ma col tempo Cristiano riesce ad uscire alla distanza, fornendo numeri pazzeschi in termini realizzativi, nonostante sia un esterno d’attacco e non una punta. Dal 2003 al 2009, in 196 presenze in maglia Red Devils, Ronaldo segna 84 gol, collezionando 3 scudetti, un Community Shield, 2 coppe di Lega, un FA cup, ma soprattutto la coppa dalle grandi orecchie, la Champions League 2007-2008, in cui Cristiano sarà il capocannoniere con 8 gol. Il 2008 lo lancia nell’Olimpo del calcio mondiale con la vittoria del pallone d’oro al termine di una stagione straripante. Ma è al Real Madrid che Ronaldo raggiunge la sua consacrazione, con le sue 311 reti in 292 presenze, le sue 3 Champions League, oltre ai titoli nazionali ottenuti coi blancos e ben 4 ulteriori palloni d’oro. Durante questa esperienza, riesce a vincere da assoluto protagonista il trofeo più importante della sua carriera, ovvero l’Europeo con il suo Portogallo nel 2016.
JUVENTUS – Nell’estate del 2018 arriva alla Juventus, nel trasferimento più chiacchierato degli ultimi anni: 100 milioni + 12 di bonus per il cartellino al Real Madrid, contratto da 4 anni da 31 milioni di euro netti a stagione. Ovviamente è il protagonista indiscusso della squadra e del campionato, perchè nonostante gli anni continuino ad avanzare, CR7 viaggia a ritmi forsennati in termini realizzativi: 85 presenze, 72 gol.
NEL MIRINO ROMARIO, SOGNANDO BICAN – Quel ragazzino di Madeira è diventato il migliore al mondo e ha raggiunto un mostro sacro come Pelé nella classifica dei bomber di tutti i tempi. Ma per Cristiano non è finita qui: con altri 5 gol aggancerebbe Romario a quota 772 gol in carriera, traguardo alla portata del fenomeno bianconero. Ma per Ronaldo l’obiettivo è da sempre essere il migliore di tutti. E per diventarlo, gli manca un ultimo step: Josef Bican. L’attaccante dell’allora Cecoslovacchia è il miglior marcatore di tutti i tempi, avendo segnato 820 gol in carriera. Nel cuore di Ronaldo vive ancora oggi quel bambino, che ripete incessantemente a sua madre il mantra che lo accompagna ancora oggi: “voglio essere il migliore giocatore al mondo”. Bican non è lontano.