Sul successo dei bianconeri contro il Venezia c’è la firma di Leonardo Bonucci e Fabio Miretti, i due protagonisti del lunch-match di ieri.
COPPIA. Molto più di due compagni di squadra, in quanto legati per 90 minuti da un filo impercettibile che alla fine li ha incoronati gli “eroi” di giornata. Leonardo Bonucci e Fabio Miretti si possono definire gli artefici della vittoria della Juventus contro il Venezia, le due luci che più di altre hanno brillato in mezzo alle perenni oscurità di cui questa squadra è ancora portatrice. Che dire del giovane classe 2003: la prima volta non si scorda mai, come si suol dire, e la sua è stata sicuramente da incorniciare. Un esordio da titolare da sogno, complice una prestazione che lo ha presentato nel migliore dei modi al pubblico dello Juventus Stadium. Qualità, quantità e soprattutto tanta personalità: l’Under 23 ha guidato il centrocampo dei bianconeri nella vittoria contro la squadra di Soncin, sia mettendo lo zampino in entrambi i gol (propiziati dai suoi cross), sia sfiorando la rete in un paio di occasioni. Poi c’è lui, il veterano, colui che nel giorno del suo 35esimo compleanno si è regalato la gioia di una doppietta che ha deciso le sorti del match: Leonardo Bonucci. Il difensore, eternamente soddisfatto per il ruolo cruciale avuto ieri, ha speso parole di elogio proprio nei confronti di Miretti, dichiarando al termine della partita: “Ha fatto una grande prestazione, ha giocato in verticale tanti palloni. Gli avevo detto di giocare come in Primavera e in Under e che tutti sbagliamo. Se faceva un errore doveva guardare subito avanti.” E’ sembrato come di assistere ad un passaggio generazionale, come se chi rappresenta la storia senta il dovere di trasmettere i giusti consigli a coloro che verranno, iniziando a porre le basi di quel futuro di cui tanto si è parlato negli ultimi tempi. Creando un ponte comunicativo e valoriale carico di significato da attraversare insieme, fianco a fianco.
Sarà un segno del destino che dietro a questa vittoria ci sia la mano provvidenziale di un giovane del vivaio bianconero? Forse sì, o forse no. Resta comunque il fatto che, nonostante alcuni miglioramenti rispetto all’inizio della stagione, le crepe di questa squadra sono ancora evidenti e sottolineano la necessità di una ricostruzione che, dopo due annate come le ultime, casca proprio a pennello si può dire. In attesa di scoprire cosa ci riserverà il futuro, dati alla mano, la Juventus è già aritmeticamente qualificata alla prossima Champions League: il 2-1 contro il Venezia, nonché il pari della Roma contro il Bologna, regala ai bianconeri la certezza del tanto osannato quarto posto, con la matematica che sentenzia il via alle danze. La squadra di Allegri, però, ha risposto in concomitanza anche all’allungo del Napoli e continua a inseguirlo ad appena un punto di distanza, dimostrando che il terzo posto è ancora un obiettivo concreto. Con il pass per la Champions in cassaforte, ora sarà testa alla finale di Coppa Italia: una sfida, quella contro l’Inter, che si preannuncia “caliente” per innumerevoli motivi. Perché i nerazzurri hanno depauperato la Juve della gioia del primo trofeo annuale, ovvero la Supercoppa. Perché sempre loro, circa un mese fa, hanno definitivamente infranto il sogno Scudetto, vincendo allo Stadium. Perché potrebbe essere l’ultima partita in cui Dybala giocherà da affiliato bianconero, per poi passare dall’altra parte della barricata. Già, Paulo. Quando Allegri, a gara in corso contro il Venezia, gli ha ordinato di scaldarsi, è partito il coro di tutto lo stadio: “Paulo Dybala”. E’ la prova indiretta che il prossimo addio dell’argentino non è affatto piaciuto a gran parte dei tifosi. Il dispiacere resta, ma bisogna guardare avanti, verso nuovi orizzonti. I ricordi e l’affetto per ciò è stato, tanto, non ce li ruba nessuno.