Andiamo ad analizzare le peculiarità tattiche del prossimo avversario della Juventus
CONSOLIDARE – Questa la parola d’ordine in casa Juventus: consolidare. Consolidare il quarto posto e la qualificazione in Champions che ne consegue, ma soprattutto consolidare lo status di ‘big’ del campionato italiano. Per farlo, nel sabato di Pasqua gli uomini di Massimiliano Allegri ospiteranno all’Allianz Stadium un Bologna che si trova a debita distanza dal terz’ultimo posto in classifica e che viaggia in tutta tranquillità verso la salvezza. Purtroppo, sulla panchina dei felsinei non potrà esserci il condottiero Sinisa Mihajlovic, colpito nuovamente dalla malattia che lo aveva costretto al forfait anche un anno fa. Dunque, la Juve avrà di fronte una squadra che, oltre alla discreta qualità tecnica degli interpreti, avrà motivazioni extra-campo importanti per fare bottino pieno ed espugnare Torino. Analizziamo le possibili soluzioni tattiche a disposizione dei rossoblu.
MODULO E POSSESSO – Il Bologna è una squadra fatta di solidità, spirito di sacrificio, ma soprattutto di idee chiare. Parlando di queste ultime, l’esempio lampante riguarda il modulo, un 3-5-2 sacro dalle parti emiliane rossoblu: dal 3-0 casalingo con la Lazio, Mihajlovic non ha più cambiato abito al suo Bologna (escludendo alcune varianti, come ad esempio il 3-4-3). L’azione di possesso parte dai 3 difensori centrali, con i braccetti che scaricano verso l’esterno di centrocampo più vicino, restando a supporto in caso di mancato sbocco centrale. Hickey e Dijks (i due quinti), provano spesso a venire dentro al campo per dialogare con i centrocampisti e andare quanto più rapidamente possibile sul lato debole dell’avversario, creando densità in zona palla, ma con un uomo pronto a ricevere più esterno. Una volta trovato l’uomo centralmente, ecco che il baricentro della squadra si alza, una delle due punte (Arnautovic su tutti) si stacca dai blocchi per fornire uno scarico pronto e manovrare con la squadra e i centrocampisti si inseriscono sul movimento della boa a liberare lo spazio. Una statistica che fa storcere il naso al tecnico serbo è quella dei gol fatti: 34 in 31 partite disputate, sesto peggior attacco del campionato.
NON POSSESSO – In fase di non possesso, la linea a 3 di difesa diventa a 5 con l’arretramento dei quinti di centrocampo, mentre la linea di centrocampo viene rinfoltita da una delle due punte, che resta alle spalle dell’altro attaccante. La pressione bolognese avviene dalle prime battute di possesso, con i due attaccanti che agiscono centralmente e le mezze ali pronte a scalare sull’esterno per mettere pressione sulle fasce. A quel punto, se la pressione viene elusa, i 3 centrali provano a isolare gli attaccanti con continui movimenti di marcatura e copertura a tutto campo, mentre i centrocampisti hanno gamba per ripiegare e dare supporto. Quando la squadra avversaria prova a lanciare palloni in verticale, la linea difensiva si alza e cerca di sfruttare le sue abilità nel gioco aereo con Soumaoro e Theate e la ‘garra’ portata da Gary Medel. Il cileno è il migliore dei suoi nella quantità di palloni recuperati in questa stagione, davanti al collega di reparto belga.