Andiamo ad analizzare le peculiarità tattiche del prossimo avversario della Juventus
DERBY D’ITALIA – Juventus–Inter non è mai una partita come le altre per entrambe le compagini e lo testimonia la grande rivalità che accende le due tifoserie da tantissimi anni a questa parte. Il contesto attuale in cui verrà ambientata la super-sfida dell’Allianz Stadium è diametralmente opposto rispetto ai 9 anni precedenti, ricchi di successi a livello nazionale per i bianconeri, amari per i nerazzurri: la ‘Beneamata‘ si presenta al big match da campione in carica, mentre la ‘vecchia signora’ cerca di restare disperatamente attaccata al treno scudetto. Cerchiamo di focalizzarci sulla squadra di Simone Inzaghi, analizzando modulo e dettami tattici che potrebbero essere interessanti in chiave partita.
MODULO E POSSESSO – Il tecnico piacentino non ha mai snaturato il suo assetto tattico, anche in situazioni di emergenza infortuni/squalifiche dove un cambio di modulo sarebbe andato incontro alle esigenze della squadra (soprattutto alla Lazio). Il 3-5-2 è un autentico dogma per l’ex biancoceleste e la costruzione dal basso rappresenta un ‘must’ dell’Inter targata Inzaghi. L’azione inizia dal portiere Handanovic e dai movimenti dei centrali difensivi che vanno ad aprirsi per permettere lo scalo di Brozovic, vero e proprio totem per il suo allenatore. La posizione dei braccetti di difesa è molto interessante per capire le dinamiche di sviluppo del gioco: Bastoni e Skriniar giocano coi piedi sulla linea, come se fossero degli esterni bassi. In questo modo, i quinti di centrocampo hanno licenza di offendere, avendo la garanzia di copertura in caso di contropiede avversario. Una volta superata la prima linea di pressione, i nerazzurri provano a giocare il pallone sul lato debole avversario, cambiando gioco per pescare i quinti e metterli in condizione di puntare l’area. Le catene di destra e sinistra attaccano in modo differente, frutto delle diverse caratteristiche degli interpreti di fascia. Se l’azione si dovesse sviluppare sulla destra, Skriniar fornisce uno scarico in casi di necessità restando leggermente bloccato, mentre Dumfries e Barella giocano vicini per tentare la combinazione e mandare al cross l’olandese. In caso contrario, ovvero sviluppo a sinistra, la propensione offensiva di Bastoni crea superiorità sull’esterno, zona in cui Perisic può premiarlo in sovrapposizione, oppure mettersi in proprio sfruttando le sue qualità nell’uno contro uno e crossare in modo pulito, con la mezz’ala Çalhanoglu più interno in area di rigore.
NON POSSESSO – Il pressing offensivo ordinato da Inzaghi ha inizio nella prima impostazione di gioco avversaria, infatti si cerca la chiusura delle linee di passaggio più vicine grazie all’azione delle mezze ali e all’avanzamento dei due braccetti di difesa in pressione sugli uomini avanzati, in modo da non concedere la visuale fronte alla porta. L’ago della bilancia è sempre Marcelo Brozovic, i cui compiti sono quelli di seguire gli eventuali incursori e leggerne i movimenti, ma anche intercettare i palloni in verticale. A fornire supporto al croato ci sono le due punte Dzeko e Lautaro Martinez, i quali si abbassano per mantenere una corta distanza tra i reparti e garantire un’occupazione maggiore degli spazi in fase di non possesso. I due quinti hanno il costante raddoppio delle mezze ali, mentre il braccetto di difesa di competenza va a sistemarsi in area di rigore a formare la linea a 4 con gli altri due centrali e l’esterno opposto che ha l’obbligo di chiudere la diagonale.