Andiamo a scoprire le peculiarità tattiche del prossimo avversario della Juventus
MILANO – Domenica alle ore 20:45 si giocherà allo Stadio San Siro il derby d’Italia numero 241 tra Inter e Juventus. Una sfida mai banale per la grande rivalità sportiva che avvolge le due squadre. I nerazzurri arrivano alla sfida con 3 punti di vantaggio sui rivali bianconeri, ma il morale della squadra di Allegri è decisamente migliore anche grazie al filotto di 1-0 collezionato dalla ‘vecchia signora’. L’Inter è reduce dalla vittoria in Champions sullo Sheriff Tiraspol per 3-1, ma nell’ultima di campionato ha perso con lo stesso punteggio sul campo della Lazio. Gara carica di emozioni quella che si appresta a chiudere il nono turno di campionato. Andiamo a scoprire le virtù tattiche a disposizione di Simone Inzaghi.
MODULO E POSSESSO – Dall’Inter scudettata di Antonio Conte alla nuova di Simone Inzaghi, molti i cambiamenti apportati a livello di rosa, ma il tecnico piacentino ha potuto contare su una base solida da cui ripartire. Uno dei vantaggi a sua disposizione è il modulo di gioco: 3-5-2, come il suo predecessore. Nonostante la perdita di Eriksen e le cessioni proficue, ma comunque dolorose di Hakimi e Lukaku, la ‘beneamata’ è riuscita a tenere una rosa qualitativamente competitiva. Se il modulo risulta lo stesso, l’approccio in fase di possesso è completamente differente rispetto a quello dello scorso anno. Questa squadra predilige il possesso corto e rapido, anche grazie al lavoro sporco di Edin Dzeko, uomo ovunque dell’attacco nerazzurro, il quale scende spesso sulla linea dei centrocampisti per fare da collante tra centrocampo e attacco. L’azione parte sempre da Samir Handanovic, il quale si appoggia sui tre centrali, abili nella fase di impostazione. Qui la linea difensiva diventa pressoché a 4, dato che Marcelo Brozovic tende ad abbassarsi e diventare centrale assieme a De Vrij. In questo modo viene garantita la solidità difensiva e permette a Bastoni e Skriniar di creare superiorità sull’esterno, essendo coadiuvati dai rispettivi quinti di centrocampo. Una volta superata la linea di pressione, ecco che Dzeko fa lo stesso lavoro di Brozovic, ma sulla linea dei centrocampisti, in modo da permettere a Barella di combinare con Dumfries (o Darmian) e Skriniar. La via del cambio gioco improvviso è una delle armi nelle corde dei ragazzi di Inzaghi, infatti spesso e volentieri viene sfruttato Perisic, abile nell’1 contro 1 e nel mettere palloni in mezzo per la fisicità di Dzeko e l’esplosività di Lautaro Martinez. L’altro esterno tende ad attaccare il secondo palo ed essere più pericoloso in zona gol, vedasi il gol di Darmian in Fiorentina-Inter.

NON POSSESSO – L’atteggiamento aggressivo della squadra di Inzaghi viene subito dimostrato dalla prima pressione apportata. I due interni di centrocampo scivolano sull’esterno, mentre i quinti salgono a ridosso della linea del pallone in modo da ingabbiare gli avversari anche nelle giocate più semplici. Tuttavia, questo atteggiamento spregiudicato tende a lasciare spazio centralmente: se la linea di pressione viene elusa, gli avversari potrebbero arrivare con facilità ai 30 metri. Un’Inter ben solida sugli esterni con continui raddoppi per non favorire gli 1 contro 1, ma fragile per vie centrali dove il ‘tuttofare’ Brozovic è costretto a chiudere le imbucate centrali o a bloccare gli inserimenti dei centrocampisti avversari.