TATTICA: 3
Il gioco: è questo il tasto più dolente della Juventus di Max Allegri. La sua squadra, da sempre attaccata per il “non gioco” da una larga fetta di tifosi e carta stampata, anche nel corso della stagione appena conclusa non ha tradito le attese. C’è, però, una sostanziale differenza con il passato: il mancato raggiungimento di quei risultati che, almeno in precedenza, giustificavano il diktat allegriano “meglio vincere giocando male, che giocare bene e non vincere”. Si, è vero. La Juventus, nonostante tutto, è arrivata seconda in classifica (sul campo) alle spalle dell’imprendibile Napoli, ha raggiunto la semifinale di Coppa Italia e di Europa League, ha terminato la stagione di Serie A con la terza miglior difesa del torneo. Ma non basta. La Juventus, anche in una delle stagioni più complicate e incerte, è chiamata a sollevare almeno una trofeo. Inoltre, tra le colpe attribuite al tecnico livornese c’è la mancanza di identità, di soluzioni tattiche alternative e di una formazione tipo (gli infortuni non hanno certo aiutato). Tutto è affidato alle iniziative individuali, ai colpi del campione e a giocate estemporanee. Le attenuanti ci sono: infortuni costanti, penalizzazioni tolte e restituite, faticoso e coraggioso inserimento dei giovani. Tuttavia, ci sono anche molti difetti fin troppo evidenti.
COMUNICAZIONE: 7
La migliore qualità messa in mostra da Allegri nell’arco della stagione. Le difficoltà in campo e fuori ci sono state, ma il tecnico bianconero ha dimostrato di saper gestire un gruppo scosso dai continui ribaltoni legislativi, provando anche a tranquillizzare (compito molto più arduo) una tifoseria demotivata e arrabbiata. Oltre a quello di allenatore, ha incarnato il ruolo di mediatore, facendo spesso le veci di una società assente e in piena crisi d’identità per larga parte della stagione. Ha redarguito alcuni suoi giocatori, altri li ha dolcemente accarezzati con parole di conforto e fiducia. Ha fatto da scudo prendendosi colpe non sue. Non ha mai mostrato cenni di disaffezione nei confronti dei colori bianconeri.
GESTIONE ROSA: 5,5
L’infortunio di Pogba, il rientro tardivo di Chiesa, i continui guai fisici di Di Maria e le soste ai box di Vlahovic non hanno permesso a Max Allegri di dare continuità alla sua “formazione tipo”. Tuttavia, nell’arco della stagione ha commesso qualche errore nella gestione di una rosa, almeno sulla carta, molto competitiva. Il reparto offensivo non ha mai avuto interpreti fissi, così come a centrocampo ha gettato nella mischia il talentuoso Fagioli troppo tardi. Stesso discorso potrebbe essere fatto per Gatti, entrato a far parte dei titolari solamente quando Bonucci ha deciso di alzare bandiera bianca. Qualche sbavatura anche nella gestione di Federico Chiesa.
RAGGIUNGIMENTO OBIETTIVI: 4,5
Come detto in precedenza, la stagione della Juventus non può ritenersi soddisfacente, sopratutto dal punto di vista dei risultati ottenuti. La qualificazione in Conference League può ritenersi, considerata la pesante penalizzazione, la minima ricmpensa per un secondo posto conquistato sul campo. Tuttavia, l’eliminazione in Europa League, considerato a tutti gli effetti l’obiettivo principale da raggiungere, ha creato forti malumori interni ed esterni. Le altre grandi delusioni sono rappresentate dal drammatico terzo posto ai gironi di Champions League e dalla cocente eliminazione in Coppa Italia ai danni dell’Inter.
MEDIA VOTI: 5