Il primo atto della sfida degli ottavi di finale termina con un pari per 1-1. L’attaccante serbo ha bagnato il personale debutto in Champions League con la rete al primo pallone della sua partita, il Villareal ha approfittato di una distrazione di Rabiot per riacciuffare i bianconeri.
31 secondi. Tanto ha impiegato Dusan Vlahovic per firmare il primo tabellino europeo della sua carriera. Il primo tocco per il controllo, il secondo per concludere. Freddezza, classe, nessun timore reverenziale. Il primo sigillo in Champions League con la maglia della Juventus racconta dell’abilità di un talento straordinario capace di tenere a bada il pallone dalle grinfie di Albiol e inquadrare il bersaglio al momento giusto. Una rete tanto bella quanto rapidissima. La più veloce in questa competizione per un calciatore bianconero e la più fulminea di un calciatore che sia mai partito titolare (la rete più rapida in assoluto è di Konoplyanka che segnò da subentrante con il Siviglia dopo 19 secondi nel 2015). Pochissimi secondi per corteggiare l’Europa e far scattare l’immediato feeling con la Coppa dalle grandi orecchie. E’ la risposta che serviva alle critiche legittime piombate addosso all’ariete Dusan dopo le ultime prestazioni in campionato e prontamente fatte scivolare addosso dall’ex Fiorentina che le liquiderà con l’esultanza peperina prima dell’abbraccio dei compagni. La rete in avvio consente alla Juventus di disputare una partita di gestione alzando e abbassando i ritmi all’occorrenza. La reazione del Villareal non si fa attendere in un match che resta per ampi tratti apertissimo. La squadra di Emery prova a pungere con le sgroppate del furetto Chuckwueze sul versante sinistro e le conclusioni di un vivace Lo Celso che nel primo tempo sfiora il pari stampando la conclusione sull’incrocio dei pali. E’ l’occasione più ghiotta dei padroni di casa che capita nel migliore momento degli spagnoli. La squadra di casa non capitalizza e sciupa anche una buona chances capitata sui piedi, anzi sul tacco di Danjuma con deviazione di Danilo. Lo scampato pericolo risveglia gli uomini di Allegri che riprendono in mano le redini del gioco e conducono il primo tempo in porto andando vicini al raddoppio con Mckennie (murato da Albiol) e un De Sciglio che ha riguadagnato metri preziosi dopo aver sofferto le iniziative di Chuckwueze.
Allegri sostituisce Alex Sandro ad inizio ripresa per il titolare del ruolo Bonucci, il quale si fa subito apprezzare per un lancio millimetrico per De Sciglio. E’ una Juventus che comincia i secondi 45′ con il piede giusto. La Vecchia Signora imbastisce interessanti trame di gioco, frutto di un approccio al secondo tempo di grande spinta. Nel momento di migliore proposizione offensiva, la Juventus si fa, però, bucare centralmente da Parejo, sfuggito alla marcatura di Rabiot poco oltre l’ora di gioco. Il numero 5, più assist-man che goleador, mette a segno la seconda rete in Champions League della sua carriera. Decisivo in negativo il buco dell’ex Psg, avvertito pochi istanti prima da mister Allegri della pericolosità delle combinazioni centrali tra Kapoue e Parejo. Il francese perde di serenità e lucidità e rischia grosso pochi minuti più tardi. Dimenticatosi del centrocampista spagnolo in occasione del pareggio, pochi minuti più tardi Rabiot stende Chuckwueze con un intervento al limite: solo giallo per l’arbitro, il tedesco Siebert tra le proteste veementi dei calciatori in maglia gialla. Le sostituzioni di Allegri non modificano le sorti della gara. La Juventus rischia qualcosa in fase di impostazione per dei palloni in orizzontale velenosi di Arthùr. Il Villareal ci prova fino alla fine, alla ricerca del 2-1 ma la retroguardia ospite è attenta e blinda il fortino. Vlahovic si riaccende nel finale con una conclusione improvvisa dal limite, intercettata in parata bassa da Rulli. L’1-1 rimanda la risoluzione della contesa al match di ritorno, tenendo bene a mente che in virtù del nuovo regolamento, le reti in trasferta non valgono più doppio. Poco male, con un Vlahovic dall’impatto così straripante, la Juventus deve crederci.