Sembra ormai definitivo il divorzio tra la Juventus e Paulo Dybala: l’argentino non rinnoverà il suo contratto con i bianconeri
‘La decisione è presa, Paulo non rinnoverà‘. La sentenza di Maurizio Arrivabene sulla telenovela rinnovo riguardante Paulo Dybala tuona in modo assordante sul mondo Juventus. Una trattativa durata quasi 2 anni volge al capolinea nel modo meno auspicabile possibile, da ambo le parti. La distanza sulle cifre tra domanda della ‘Joya’ e l’offerta del patron Agnelli sarebbe l’ostacolo insormontabile che ha fatto desistere le parti dal provare un ultimo disperato assalto prima della fine della stagione e dell’inizio del mercato estivo 2022. Dopo 7 anni di onorati servizi, il numero 10 bianconero dovrà scucirsi quei colori di dosso in cerca di un lido che lo faccia sentire al centro del progetto e che possa garantirgli il salario richiesto. Non solo i problemi relativi alla richiesta economica: la Juve ha compiuto la sua scelta anche in considerazione della condizione fisica di Paulo, spesso compromessa da vari infortuni che lo hanno costretto ad una miriade di ‘stop & go’.
Era giugno 2015 quando Andrea Agnelli decise di puntare su di lui, prelevandolo dal Palermo delle meraviglie del compianto Maurizio Zamparini per 32 milioni + 8 di bonus. Un investimento di grande portata per arricchire la scelta offensiva di Massimiliano Allegri, allenatore anche allora della Juve. Un rapporto, quello tra l’attaccante di Laguna Larga e il tecnico livornese, fatto di alti e bassi, con complimenti, parole di stima reciproca, ma anche qualche critica. Più volte l’allenatore ex Milan lo ha stuzzicato con dei ‘deve fare di più’ motivazionali che avevano il compito di tirare fuori il meglio dalle sue qualità. Spesso e volentieri il buon Max ci è riuscito, ma solo a fasi alterne: forse questo il vero motivo della rottura. Superato il quinquennio ‘allegriano’, Paulo troverà Maurizio Sarri in panchina, ma la stagione non va come sperato, nonostante la vittoria dello scudetto. La pandemia lo ha costretto ad uno stop più lungo del previsto, assieme all’interruzione del campionato dovuta per l’appunto al Covid-19: un periodo di inattività che lo condizionerà per tutto il resto della carriera. Proprio questa inattività gli causerà, nella stagione successiva con Andrea Pirlo al timone della squadra, innumerevoli infortuni che lo faranno scendere in campo soltanto per 26 volte in stagione.
Finora, Dybala ha giocato 29 partite considerando tutte le competizioni, un numero sicuramente più confortante rispetto a quello drammatico dello scorso anno, ma che non ha cambiato la considerazione del centravanti argentino: classe sopraffina, talento innato, soggetto (purtroppo) all’infortunio facile. L’investimento compiuto a gennaio da EXOR ed Andrea Agnelli per l’acquisto di Vlahovic ha dimostrato la forza economica di una società considerata finanziariamente ‘nel baratro’ da alcuni addetti ai lavori e per questo si fa veramente fatica a credere ad un divorzio dovuto a ragioni economiche. Un aumento dell’ingaggio per un giocatore di quella qualità potrebbe non essere un problema così insormontabile per la società di via Druento, ma fa riflettere la questione del minutaggio che Dybala può garantire a questa Juventus. 9 partite (10 se si dovesse battere la Fiorentina in Coppa Italia) per dirsi addio nel migliore dei modi, ovvero con un trofeo e una qualificazione Champions League, 9 partite per salutare al meglio un popolo ammaliato dalla classe sopraffina di un ragazzo che è diventato uomo con la maglia bianconera.