Le parole di Alvaro Morata, attaccante della Juventus, riguardo la sua vita privata e sulla voglia di vincere la Champions League, dopo la dura sconfitta in finale con il Barcellona
VOGLIO LA CHAMPIONS – Intervistato insieme a sua moglie, Alice Campello, ai microfoni di Grazia, Alvaro Morata parla della sua vita privata e sulla voglia di alzare la Coppa dalle grandi orecchie, soltanto sfiorata nella finale contro il Barcellona. Queste le sue dichiarazioni:
Sulla Champions:
È stata una delle esperienze più brutte della mia vita. Ancora oggi mi fa male quando sento parlare della Germania o vedo le partite del Barcellona. La Champions era un sogno, non solo mio, ma di tutta la Juventus. Ad alzare quella coppa c’eravamo andati veramente vicini. Io continuo a pensare che questo sogno si avvererà: spero con il cuore di riuscire a portare a casa il trofeo, perché la squadra se lo merita e se lo meritano anche tutti i suoi tifosi. Come si reagisce ai momenti difficili? È dura. Ma la forza che mi danno mia moglie e i miei bambini è l’incoraggiamento più grande. In passato è capitato che dopo un infortunio (mentre giocava al Chelsea, ndr) avessi l’umore a terra. Avrei voluto giocare in una squadra meno importante, per non sentire la pressione e tornare a essere felice. Se non l’ho fatto, lo devo alla determinazione di mia moglie e alla forza d’animo che mi hanno dato i nostri figli. Chi non vive la carriera di un giocatore professionista, non può sapere quanti sacrifici imponga questo sport, sin dall’infanzia. Ti assorbe completamente, non lascia il tempo per fare altro
Sulla delusione:
La delusione più grande? Il percorso professionale in Inghilterra è stata la delusione più grande della mia vita. All’inizio ero l’idolo di tutti ed ero all’apice del successo. Poi mi sono infortunato e ho passato un periodo faticoso: tutti mi criticavano, sia dentro sia fuori lo stadio. Non è stato facile superare questa prova e, se ci sono riuscito, è solo grazie alla famiglia
Sulla propria moglie:
I valori che ci uniscono sono quelli della famiglia, del rispetto per gli altri e dell’educazione. Ho sentito fin da subito questo legame con Alice. Non dimenticherò mai il primo incontro con i miei suoceri. Li volevo conoscere da tempo, ma avevo sempre troppi impegni con la squadra. Così, un giorno, ho deciso di andare a Venezia in giornata e ne è valsa la pena