Zitta zitta, quatta quatta, la Juventus si trova a -7 punti dalla capolista Milan quando mancano ancora 10 giornate al termine del campionato. Le premesse non erano delle migliori, ma si poteva fare certamente di più
La 28esima giornata di campionato è stata un vero e proprio cioccolatino per la Juventus che, vincendo per 1-0 sullo Spezia, ha allungato sull’Atalanta, sempre più in caduta libera dopo la sconfitta contro la Roma, riuscendo a racimolare un tutto sommato rassicurante +6. La qualificazione Champions League rappresenta un ‘must’ dalle parti di via Druento, non solo per ragioni di prestigio, ma anche per ovvie ragioni di cassa. Tuttavia, l’organico a disposizione di Massimiliano Allegri è abituato a lottare per posizioni ben più ragguardevoli, anzi: il bagaglio tecnico della rosa permetterebbe di sognare in grande e sperare in un titolo che avrebbe del clamoroso per la situazione attuale di classifica. Le ragioni di un Allegri pessimista e diffidente verso l’idea scudetto proviene dalle performance dei primi mesi del campionato, periodo in cui gioco e punti erano considerati addirittura latitanti. Responsabilità? Non sono qui a puntare il dito verso qualcuno, ma verso un’idea, un concetto: l’atteggiamento.
La Juventus vista contro lo Spezia domenica pomeriggio rappresenta una costante di questa stagione: pimpante e arrembante per 30 minuti, compassata e guardinga per i restanti 60. Mi chiedo il perché di questa tendenza al ‘risparmio’ sul rettangolo di gioco, mentre la società compie anche dei sacrifici (circa 75 milioni di sacrifici) per rinforzare l’organico e riportarlo ai fasti di un tempo. Le capacità tecniche ci sono, inutile negarlo facendo gli indiani e a questa squadra non si sta chiedendo di vincere a tutti i costi (strano a dirlo per una squadra come la vecchia signora), ma quanto meno di crederci di più e di dimostrarlo in campo con la ferocia, con la grinta e con un baricentro leggermente più alto. I meriti di una rimonta che ha portato questi ragazzi al quarto posto vanno comunque fatti, senza ombra di dubbio (considerando la situazione pre-natalizia), ma ai nastri di partenza questa squadra veniva considerata addirittura come l’anti-Inter per eccellenza, nonostante il quarto posto dello scorso anno acciuffato per il rotto della cuffia. Questa ostinazione a ‘non osare’ e a speculare sul risultato potrebbe dare la qualificazione Champions League sperata da un lato, ma tarpare le ali e precludere ogni speranza tricolore dall’altro. Questa Juve avrebbe potuto fare certamente di più. Augurandoci di eliminare quanto prima questo condizionale.