MILAN – JUVENTUS – Buona norma vuole che non si mischi il sacro con il profano. Nessuno deve averlo comunicato a questa giornata di Epifania che, da sempre divisa tra festività religiosa e tradizione popolare, regala un altro (meraviglioso per i colori bianconeri) capitolo della ironia che la contraddistingue. A sconfiggere il diavolo ci pensa….Chiesa.
DA CHIESA A DUOMO – E’ una prestazione maiuscola quella di Federico. Da Chiesa a…Duomo, scherzano già alcuni citando il più noto simbolo milanese. Doppietta, un legno colpito e prestazione maiuscola per il figlio d’arte, che quando incontra i rossoneri appare sempre particolarmente ispirato. E’ la vittoria dei singoli bianconeri contro il gruppo del Milan.
SQUADRA CONTRO SINGOLI – Il match infatti ripercorre quando visto in questo avvio di stagione: compatti, intensi, pronti al sacrificio i rossoneri, in poche parole “squadra”, che sin dai primi minuti con pressing e tanta corsa mettono in difficoltà la Juventus nonostante le tante assenze. Vive invece delle folate (e che folate!) dei suoi campioni la Vecchia Signora, ancora troppo imprecisa soprattutto in fase di impostazione e troppo scostante nel corso dell’incontro ma devastante quando decide di alzare i ritmi. Proprio questo è il dato che Andrea Pirlo dovrà portare a casa e analizzare una volta festeggiata la meritata vittoria.
LA GARA – La partita è sin da subito aperta e ricca di capovolgimenti di fronte, con occasioni da entrambe le parti. Alla fine però la maggiore qualità bianconera viene premiata. Al 18′ è una magia di tacco di Dybala a liberare l’inserimento di Chiesa per il vantaggio bianconero. Il Milan, motivo dell’incontro, punge in ripartenza e pareggia con Calabria sul finire della prima frazione, schierato nell’inedita posizione di centrocampista. Al 62′ è ancora Dybala, finalmente sprazzi della vera Joya sono tornati a vedersi, a servire Chiesa, che lascia sul posto Hernandez (stravinto il duello sulla fascia contro l’ex Real Madrid) e sigla il 2 a 1. E’ un colpo da cui i rossoneri non riescono più a riprendersi. Il resto lo fa Pirlo, che fa entrare dalla panchina Kulusevski e McKennie. Assist dello svedese, gol del centrocampista statunitense, e al 77′ è il definitivo 3 a 1.
NON DIRE GATTO…- Da San Siro la Juventus torna a casa con tre punti fondamentali. Per il morale, certo, ma soprattutto per la classifica. Meno sette (con una gara ancora da recuperare), che anche alla luce della sconfitta dell’Inter vuol dire rientrare a sirene spiegate in piena lotta scudetto. In tanti davano Pirlo e i suoi già per esclusi eccellenti. A proposito, chiudiamo con una citazione eccellente. Dalle parti di Torino e Milano, in fondo, conoscono bene Giovanni Trapattoni. Mai dire gatto…