Le parole dell’ex tecnico, in merito al caso Cristiano Ronaldo
LE DICHIARAZIONI – Come riporta la “Gazzetta dello Sport“, Arrigo Sacchi, celebre ex tecnico del Milan e della nazionale italiana, parla dell’addio di Cristiano Ronaldo alla Juventus. Di seguito, le sue parole.
Sulla scelta allo United:
Sono contento perché Cristiano Ronaldo ci azzeccava poco nella squadra del mio amico Pep Guardiola. Lì fanno un calcio totale e Ronaldo non è un giocatore da calcio totale, per quanto sia sempre un fenomeno
La Serie A perde una stella, non crede?
Perde un grandissimo solista, forse il migliore. Però il calcio è uno sport che si fa in undici, conta il collettivo. Il singolo non può vincere se non ha l’aiuto degli altri. Maradona è stato il più grande, siete d’accordo? Bene, ha mai vinto la Coppa dei Campioni? No
Però ha vinto un Mondiale quasi da solo, nel 1986:
Lo so bene, però credetemi: il singolo ha bisogno della squadra più di quanto la squadra abbia bisogno del singolo. Ronaldo era stato acquistato per conquistare la Champions League, ma la Juve non l’ha conquistata. E sapete perché? Quel trofeo lo vinci se hai una squadra nella quale i singoli sono perfettamente integrati e disposti a sacrificarsi per gli altri. Sennò vai fuori ai quarti o agli ottavi…
Questo addio ha diviso i tifosi:
Logico, perché i tifosi bianconeri sono sempre stati abituati a pensare che il calcio è uno sport individuale. Si affezionano ai campioni, giustamente. Li amano, lo adorano. Ma dovrebbero pensare che ciò che si deve amare è il gioco: quello, quando ce l’hai, non ti lascia mai, non prende l’aereo e vola verso Manchester…
Tre allenatori: prima Allegri, poi Sarri, quindi Pirlo. Quale il Ronaldo migliore?
Non ho notato grandi differenze. Lui fa sempre le stesse cose e le fa a un livello altissimo. Ha logicamente bisogno di essere alimentato, di toccare spesso il pallone, di avere opportunità di calciare in porta. Per questo deve stare in una squadra che domina il campo ed è padrona della sfida
E adesso che succede alla Juve?
Questo non posso saperlo. So però che si tratta di una cessione dolorosa e che i dirigenti e l’allenatore dovranno lavorare perché non rimanga il segno
Squadra indebolita?
Torniamo al solito discorso: se si pensa che il calcio sia uno sport individuale, sì. Ma se invece pensiamo al calcio come a uno sport di squadra, allora dico che da questa cessione si possono trarre le energie per un futuro ancora più brillante
Cioè?
Adesso, senza Ronaldo, gli altri dovranno diventare ancora più gruppo. Avranno maggiori responsabilità. Nessuno potrà più dire: “Tanto ci pensa Ronaldo!”. Eh no: Ronaldo non c’è più, ora sono gli altri a doversi far carico del gioco, della manovra, di tutto. E sarà un bene per la Juve perché ha la possibilità di diventare un vero collettivo nel quale i singoli si esaltano perché sono perfettamente integrati nel gruppo. Soltanto attraverso questo passaggio fondamentale si può arrivare a essere dominatori in campo europeo