Tre punti d’oro quelli ottenuti dalla Juventus nel match casalingo con il fanalino di coda Venezia. Il pari della Roma, maturato nelle ore successive, regala la matematica qualificazione alla prossima edizione della Champions League.
L’ANALISI – Dopo una prova di grande sofferenza i bianconeri hanno ragione del Venezia di Soncin grazie al doppio colpo di Leonardo Bonucci che festeggia così i suoi 35 anni. Allegri deve fare nuovamente i conti con una coperta cortissima a centrocampo e lancia Miretti dal primo minuto. Il diciannovenne centrocampista dell’Under 23 si disimpegnerà bene e ripagherà la fiducia del tecnico con una buonissima prestazione. La partita comincia con i padroni di casa che impongono ritmo alto e riaggressione veloce della palla. Un brillante Pellegrini si farà vedere spesso nella fascia di competenza e sfiorerà il gran gol con una botta mancina da fuori area fermata soltanto dalla traversa. I primi venti minuti sono di dominio bianconero e gli uomini di Allegri sbloccheranno la gara risolvendo a proprio favore una situazione di palla inattiva con de Ligt bravo a fare la torre per Bonucci. Quando sembrava che la gara potesse incanalarsi su binari favorevoli alla Vecchia Signora, la Juventus rinuncia alla conduzione del gioco lasciando l’iniziativa agli avversari. Henry e Aramu orchestreranno interessanti azioni da rete e sarà necessario l’intervento di un grande Szczesny per evitare guai peggiori. Il portiere polacco non potrà far altro che capitolare quando Aramu troverà l’angolo giusto con un gran sinistro. I bianconeri confermano grossi problemi in fase di impostazione. Il giri palla, lento e prevedibile, non innescherà mai le punte. Gli attaccanti, sia i titolari che i subentrati, non graffieranno mai, troppo isolati o serviti male. Un Vlahovic nervoso e poco sereno disputerà una partita anonima. Non andrà meglio a Morata, autore di una prestazione insipida e senza mordente. Della gara di ieri si può salvare il risultato, ottenuto più per voglia di reagire che per consolidati schemi di gioco. L’obiettivo è raggiunto ma il lavoro da fare per il futuro è tanto. Così non può andare.