La sfida con il Monza serve a risollevare gli umori in casa Juve
CAMBI – La sconfitta con il Lisbona ha lasciato non pochi strascichi, tanti fischi del pubblico e zero punti in due partite di Champions. L’emblema di questo momento negativo è Di Maria, che chiede a Milik i motivi della sua sostituzione, con il polacco che risponde con un’alzata di spalle. I due non sono i soli a essere rimasti perplessi da questo cambio. Chiunque abbia guardato la partita, avrà avuto lo stesso stimolo di spegnere la tv o di abbandonare lo stadio in quel preciso istante. Al 68esimo sul risultato di 1-2 per gli ospiti, Allegri ha deciso di rinforzare il centrocampo, togliendo il suo uomo più pericoloso come se stesse vincendo. L’aggravante è che Milik è squalificato in campionato e dunque, non prenderà parte alla trasferta di Monza. Nel post partita il tecnico ha giustificato la sua mossa, affermando di averlo visto più stanco di un impalpabile Vlahovic. Superfluo aggiungere qualsiasi commento a riguardo.
DIRIGENZA – “Lo paghi tu quell’altro che viene?”. La squadra sembrerebbe non seguire più il suo tecnico, ma la dirigenza non è da meno. La risposta pseudo ironica di Arrivabene a un tifoso che chiedeva la testa di Allegri è un segnale di sfiducia massima nel tecnico livornese. Il dirigente vuole far intendere che non c’è possibilità di ingaggiare un altro allenatore soltanto per le problematiche economiche del club? Chissà se Agnelli si sarà pentito di aver creduto nel ritorno di Allegri a 9 milioni di euro a stagione. Per il momento non ci saranno stravolgimenti sulla panchina della Juve, ma è una scelta o una necessità?
MONZA – Ora arriva la trasferta contro l’ultima in classifica, il Monza di Berlusconi. I lombardi hanno esonerato Stroppa in settimana, propendendo per un tecnico esordiente in Serie A: Palladino. Sulla carta, non ci potrebbe essere partita più facile, ma con questa Juve non bisogna dare mai nulla per scontato. Allegri ha l’occasione di alleggerire un clima nefasto, prima della sosta per le Nazionali. Un’ennesima gara non vinta potrebbe costare cara, mentre una vittoria porterebbe il tecnico a meditare, (forse) senza rischio esonero, sugli errori commessi in questo inizio di stagione. La pausa nazionali non è mai stata così attesa e auspicata come ora. Servirà?