Le parole del Divin Codino, intervistato da “La Repubblica”
L’INTERVISTA – Roberto Baggio ha rilasciato una bella intervista per i colleghi de “La Repubblica“, in cui ha espresso il suo punto di vista sulla situazione che il calcio sta vivendo in tempo di pandemia, e tornando anche a raccontare alcuni episodi salienti della sua carriera da calciatore. Alcuni stralci più interessanti:
“Il calcio senza pubblico è tristissimo, mi fa piangere. Non guardo le partite, non mi divertono quasi mai. Mi mette a disagio dare giudizi sugli altri, non vado in tv. Vedo colleghi che sentenziano da professori, ma li ricordo incapaci di fare tre palleggi con le mani. Sono riconoscente a Firenze perché quando ero rotto mi ha aspettato due anni, anzi tre. Non volevo lasciare la Fiorentina, ma i Pontello mi avevano già ceduto agli Agnelli e se non fossi andato alla Juve, Cecchi Gori non avrebbe potuto prendere il club viola. Arrigo Sacchi non mi portò agli Europei del 1996 per dimostrare che gli schemi sono più importanti dei giocatori: non è arrivato ai quarti di finale… Non ce l’ho con gli allenatori, ma l’unico con cui mi sono trovato bene è Carletto Mazzone: un uomo libero e realizzato che non si metteva in competizione con i calciatori”.