Per anni il blocco italiano è stato l’anima della Juventus. Oggi, la Nazionale azzurra più che una quasi estensione del club bianconero, come poteva apparire in passato, sembra una via di fuga dal problematico momento della Vecchia Signora. Che fine ha fatto l’Ital-Juve?
C’era una volta l’Ital-Juve. Per molto tempo la Nazionale Italiana è stata largamente, e in maggioranza, rappresentata dai giocatori bianconeri. Basti pensare all’Italia campione del mondo del 2006…Buffon, Cannavaro, Zambrotta, Del Piero. Camoranesi…tutti campioni, tutti protagonisti di quella straordinaria cavalcata. Sino a qualche anno fa, i bianconeri avevano nel “blocco italiano” e nell’avere una forte rappresentanza “patriottica” uno dei loro punti di forza. principali. Condivisibile o meno, è innegabile che la politica del “made in italy” parta da una questione di appartenenza, di conoscenza della responsabilità che indossare la maglia della Juventus comporta, di abitudine al nostro campionato, in molti casi di tifo e feeling innato con la squadra. Tutti elementi che facilitano la cementificazione di un solido gruppo e dunque dei risultati.
Premessa: parlare di una mancanza attuale di presenza italica nel club è errato. Da Bonucci a Chiellini, passando per Chiesa e Bernardeschi. La Juventus, per i motivi sopra citati, è sempre molto attenta al mercato interno. E’ inevitabile però che le sempre maggiori ambizioni bianconere abbiano portato una difficoltà maggiore a trovare profili “da Juve” tra i talenti nazionali.
Nell’attuale caos in casa bianconera, fanno pensare le parole di Giorgio Chiellini, direttamente dal ritiro della Nazionale. “E’ un ambiente magico che ti rigenera” ha detto il capitano della Juventus e dell’Italia. E la Juventus? La parentesi azzurra sembra al momento una boccata di aria fresca e una pausa dai travagli bianconeri, tutto il contrario rispetto a quando il blocco bianconeroazzurro mandava avanti club e nazionale. Intanto, la Vecchia Signora sembra risentire della mancanza di giocatori che sappiano davvero cosa voglia dire quella maglia. Che sentano la juventinità. In quest’ottica, che l’ultimo a mollare nei momenti di difficoltà sia stato l’italianissimo Chiesa è più di un indizio. Manca l’Ital-Juve, dunque? In realtà, sarebbe meglio dire “c’è, ma non si sente”. E tornare a sentire la Juve è l’unico modo per ripartire.