Che non sarà un esordio tranquillo lo si capisce dalla comunicazione delle formazioni ufficiali: fuori Ronaldo (e con lui Chiesa), dentro Dybala e Morata. La nuova Juve di Allegri inizia nell’occhio del ciclone, tra voci di mercato prontamente smentite e la curiosità di vedere i bianconeri senza il proprio totem. L’esperimento, va detto, sfocia in un ottimo primo tempo, complice un Dybala in serata di grazia, “Joya” vera che prima dopo appena due minuti mette a segno il vantaggio bianconero con un gol tanto in apparenza semplice quanto complicato nella sostanza, e poi con un assist da regista vero mette in porta Cuadrado per la rete del 2 a 0 ad appena metà primo tempo trascorso. I bianconeri sfruttano la profondità e le difficoltà sulle verticalizzazioni della difesa friulana. Concreta e cinica la squadra di Allegri, che chiude e riparte. L’Udinese, che tra un gol e l’altro aveva mostrato timidi segnali di reazione, sembra avviarsi verso un lento ed inesorabile declino. Il primo tempo si chiude, e il secondo si riapre, con una Juventus in totale controllo.
Ma il calcio, si sa, è fatto di episodi. E quello che cambia la gara è al 51′ della ripresa, quando Szczesny, per rimediare ad un suo intervento non esaltante, mette a terra Arslan in aria. Tiro dal dischetto impeccabile di Pereyra e gara totalmente riaperta. La fortuna non gira dalle parti di Torino. Prima Morata, poi Bentancur stampano i propri sogni di gloria sul palo. Allegri si gioca le carte Chiesa e soprattutto Ronaldo per chiudere la gara. All’84’ però è ancora Szczesny l’uomo in meno per la Juventus. Il polacco regala goffamente palla a Deulofeu che insacca. Check del var e gol convalidato. E’ 2 a 2. Nei minuti di recupero c’è lo spazio per la copertina della gara. Cross di Chiesa, incornata vincente di Ronaldo. Sembra l’inizio del tripudio. Il VAR controlla, e gela i festeggiamenti bianconeri: fuorigioco. Ironia del destino.
Parte bene la Juve, ma finisce male. Poco fortunati, gli uomini di Allegri pagano gli errori individuali e gli episodi. Una falsa partenza. Non proprio l’inizio sperato