Il passo falso contro il Sassuolo allunga la lista dei rimpianti e rischia di diventare un punto di non ritorno.
OCCASIONE PERSA – La lista dei “what if” si allunga. La Juventus, sconfitta per la seconda volta tra le mura domestiche nel giro di due mesi, spreca un’altra occasione per non allontanarsi dalle zone alte della classifica. L’1-2 casalingo contro il Sassuolo significa -13 dal Milan capolista: certo, siamo soltanto alla decima giornata, ma a preoccupare, più che la classifica, è la prestazione: opaca, confusa e frenetica, come l’ha definita Allegri. La “partita da vincere assolutamente”, come aveva affermato il tecnico toscano, si è trasformata prima in un incubo, che il gol di McKennie ha rapidamente trasformato in un sogno meno amaro, salvo poi ripiombare in una dimensione oscura. Chi ha visto Inception, il film di Christopher Nolan con Leonardo Di Caprio protagonista, potrebbe paragonare la sfida contro i neroverdi di Dionisi ad almeno tre livelli di esperienza onirica: la partenza spedita, che faceva presagire una serata felice, poi la doccia fredda scaturita dal gol di Frattesi, fino ad arrivare al momentaneo pareggio e alla sconfitta allo scadere. Montagne russe allo Stadium, ma di quelle che quando finisci il giro, ti prometti di non voler più fare.
PROBLEMI – La situazione è sempre la stessa: la Juventus parte bene, come era già capitato anche in altre partite dal risultato infelice (vedi Udinese e Napoli), poi si rende conto di non riuscire a concretizzare e comincia a sbandare. Non si tratta di un problema difensivo: per i gol subiti ieri sera, va dato merito al Sassuolo che è arrivato a Torino per giocarsela e non si è dato mai per spacciato. Pare davvero essere un problema mentale: i bianconeri peccano di lucidità nei momenti importanti della partita, un fattore che ne sta condizionando ampiamente la stagione. Poi, c’è il capitolo attacco: la squadra segna poco, nonostante ieri ci siano state delle situazioni favorevoli che avrebbero potuto portare gli uomini di Allegri a segnare prima del 75′, quando McKennie ha illuso il popolo juventino. Morata è parso spento e fuori dalla partita, Dybala ha retto per un tempo, Chiesa è stato poco lucido in almeno due situazioni nell’arco dei novanta minuti. Lavorare su questo è fondamentale per salvare la stagione.
AMBIZIONI – La Juventus, sin dall’inizio del campionato, è stata considerata da molti una delle favorite, mentre c’era chi la considerava inferiore alle squadre che ora occupano i primi tre posti della classifica: Milan, Napoli e Inter. Dove sta la verità? Probabilmente, come spesso capita in questi casi, nel mezzo: la rosa è sicuramente di valore, manca tuttavia una vera e propria idea di gioco e molti giocatori sembrano aver perso qualsivoglia motivazione. Ottimi giocatori come Alex Sandro o Cuadrado, per nominarne due, faticano a risultare decisivi; l’esperto Bonucci, stakanovista della squadra, avrebbe bisogno di riposare e lo ha inconsciamente manifestato ieri, offrendo una prestazione non al livello delle precedenti. E la lista prosegue. Nell’era dei tre punti, mai il distacco dalla testa della classifica era così ampio. Prima di quello attuale, il peggiore si era registrato nella stagione 2015/2016, proprio dopo una sconfitta contro il Sassuolo alla decima giornata: l’ultimo barlume di speranza a cui aggrapparsi per sperare nella rimonta, che a questo punto pare davvero illusoria.